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Cronaca

FABRIANO LUDOVICO CARMENATI, DEBUTTO SOLISTA CON “IN THE AFTERNOON”

FABRIANO, 16 settembre 2017 – Ludovico Carmenati debutta da solista con  “In The Afternoon”, disco registrato a nome Ludovico Carmenati Octet. Album dinamico che trova nel jazz moderno una radice di una musica libera ed ispirata. Il disco è stato distribuito dalla Rara Records prima online e poi in formato fisico. L’uscita online è avvenuta ad inizio 2017, primo febbraio. Mentre quella in formato cd è avvenuta a giugno 2017.

Carmenati, diplomato nel 1999  in contrabbasso presso il Conservatorio di Musica “G. Rossini” di Pesaro, consegue nel 2006 sotto la guida del M° Bruno Tommaso,  il diploma in Jazz. Numerose le collaborazioni: Massimo Manzi, Franco Cerri, Patrizio Fariselli, Mauro Gubbiotti, Stefano Coppari e Mauro Cimarra.

Ha collaborato con Roberto Vecchioni con il quale si è esibito in due tournèe teatrali negli anni 2005 – 2006 alternandosi con il contrabbassista Paolino Dalla Porta ed affiancando il pianista Patrizio Fariselli.

Carmenati ed il suo ottetto si sono esibiti lo scorso 28 agosto in piazza del Plebiscito (Ancona) in una serie di concerti organizzati da Ancona Jazz. L’obbiettivo di Carmenati ora sarà quello di portare in giro per i palchi marchigiani e non, con la possibilità di “tornare a casa” durante la versione invernale di FabriJazz su spinta del presidente dell’Associazione Fabriano Pro Musica Marco Agostinelli che ha organizzato il festival che si è da poco concluso a Fabriano.

In The Afternoon è il primo disco del Ludovico Carmenati Octet, perché la scelta di scommettere su composizioni originali?

“Il disco presenta tutte mie composizioni, non sono stati registrati standard anche per una scelta ben precisa di voler puntare su musica originale. Ovviamente c’è la progettualità di voler continuare nel progetto, senza dimenticare altre possibilità musicali che da qui a qualche tempo potrei incrociare sulla mia strada”.

Come descriverebbe il suo disco?

“Lo stile di In The Afternoon è quello di un jazz contemporaneo, con tempi medi e con solo una ballata. Ci sono contaminazioni: pop, folk e qualche elemento di musica colta classica. Un mix ma certamente è tutto orientato al jazz. E poi ovviamente spazio all’improvvisazione. E’ un disco con strumenti veri, niente elettronica. Solo strumenti suonati live”.

Ci può raccontare qualcosa del processo compositivo?

“Il percorso di composizione è durato circa 8 mesi, ed è iniziato nel 2015. Solo una canzone è più datata, 2013 per la precisione, e la registrazione del materiale è durata un paio di giorni. Poi c’è stato un grande lavoro di produzione che ha dovuto combattere per così dire con gli impegni del sottoscritto e di Francesco Sardella, ed ecco qui che l’uscita ufficiale è arrivata nel 2017”.

Chi ha collaborato con lei alla registrazione dell’album?

“Il disco è stato registrato insieme a tanti jazzisti di spicco del panorama marchigiano e nazionale. Massimo Manzi alla batteria, Stefano Coppari alla chitarra, Samuele Garofoli, Massimo Morganti, Marco Postacchini. Assolutamente made in Marche nonostante alcune “incursioni” come quella di Cesare Vincenti e Simone Lamaida dall’Umbria e da San Marino”.

 

(s.s)

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