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FABRIANO MAESTRE IN PENSIONE, PUNTO DI FORZA DEL DOPOSCUOLA ALL’ORATORIO

Nostra inchiesta sul ruolo che hanno queste strutture in un tessuto alle prese con forti problematiche. All’oratorio San Giuseppe Lavoratore l’aggregazione è molto sentita

 

FABRIANO, 4 marzo 2019 – Sono coloratissimi gli spazi dell’oratorio San Giuseppe Lavoratore, in cui ogni parete è decorata da murales e disegni fatti dagli animatori che nel corso del tempo sono passati da lì. Oggi c’è Paola ad occuparsi del doposcuola, in alternanza con altri volontari, per lo più maestre in pensione che non hanno perso la voglia di stare coi bambini.

I pomeriggi all’oratorio, dal lunedì al venerdì, sono suddivisi in una prima parte dedicata ai compiti e una dedicata al gioco. Nei periodi della bella stagione si corre tutti fuori, dove un campo da basket permette tante attività di gruppo.

In dieci anni sono stati diversi i laboratori che si sono svolti, per esempio biodanza e cucina, l’anno scorso anche una caccia al tesoro di Natale. I bambini iscritti sono di varie fasce di età, dalla prima elementare alla terza media, e sono circa 40.

Le prime tre settimane di luglio è attivo il campo estivo, che sceglie ogni anno un tema diverso (ad esempio Pinocchio o gli dei greci) su cui basare tutte le attività, che si svolgono solo di mattina alternandosi a qualche uscita.

Nel corso degli anni l’oratorio ha accolto anche bambini più piccoli, di 4 e 5 anni, perché erano presenti animatori laureati in scienze della formazione o maestre d’asilo che riuscivano ad occuparsi di loro. Purtroppo però non è possibile tutte le estati.

L’integrazione culturale è molto sentita: non mancano bambini di religione diversa da quella cattolica che frequentano il luogo in inverno e il campo estivo in estate; e durante il momento di preghiera, lo rispettano attraverso il silenzio e l’ascolto. “In fondo i temi trattati non riguardano solo il cristiano” dice Paola “e se i genitori di questi bambini non hanno problemi a farli partecipare, nemmeno noi dobbiamo averne. Siamo aperti a tutti”.

Sara Marinucci

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