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Cronaca

FABRIANO Mozione punto nascita, il consiglio regionale approva

Astenuti Rinasci Marche e Partito Democratico, stilettate dal sindaco di Fabriano e dalla parlamentare pentastellata Terzoni

FABRIANO, 31 marzo 2021 – Approvata a maggioranza la mozione pentastallata che impegnerà la Giunta regionale a chiedere a Governo e Ministero della Salute la revisione dei criteri di organizzazione dei Punti Nascita, in deroga rispetto al criterio dei 500 parti annuali, con l’obiettivo di riaprire i punti nascita di Fabriano e delle aree interne, chiusi negli ultimi anni.

21 voti a favore e 9 astenuti (PD e Rinasci Marche), soddisfatto il Movimento 5 Stelle che commenta così con le consigliere Lupini e Ruggeri.

«Un Punto Nascita non è soltanto una sala in cui partorire: è un fatto sociale. Senza un Punto Nascita, si hanno delle armi spuntate. Salta la visita alle sale parto, salta la visita subito dopo il parto, si perdono più facilmente quelle situazioni di fragilità che necessitano di una presa in carico tempestiva. Fabriano è un punto strategico per la zona montana, e da anni si cerca di salvarla al di là del colore politico: ma è solo un esempio, dei tanti ospedali di montagna che hanno perso questo punto di riferimento, mentre aumentano i numeri della mobilità passiva, soldi che le Marche devono spendere per far partorire le nostre donne in altre Regioni».

Anche la consigliera di maggioranza Chiara Biondi (Lega) commenta positivamente il voto di ieri, e come le consigliere pentastallate.

«La Regione pronta a sensibilizzare il governo verso quello che la Costituzione – spiega la consigliera fabrianese –  la volontà di rilancio dei territori montani, i dati oggettivi ed il buonsenso ritengono indispensabile: riattivare il punto nascita di Fabriano. Nel 2019 su 171 nuovi fabrianesi, ben 141 sono nati nell’ospedale umbro di Branca con un evidente aggravio di costi per la Regione. Le norme vigenti ci consentirebbero già di lavorare alla riprogrammazione di un sistema di servizi equo, radicato nelle comunità locali e rispettoso delle esigenze della composizione del territorio ed è in questa direzione che vogliamo andare».

Diametralmente opposte le analisi Dem, con Maurizio Mangialardi che tramite social commenta «Votando la mozione volta a chiedere al governo la revisione del cosiddetto decreto Balduzzi per quanto concerne la riorganizzazione dei punti nascita, la maggioranza è stata costretta, di fatto, a riconoscere come la giunta Ceriscioli abbia agito nello scorso quinquennio pienamente in linea con il quadro normativo nazionale, subendo semmai i vincoli imposti dalla legge. Una vera e propria retromarcia da parte della destra, che ha sciolto come neve al sole tutte le mistificazioni su cui hanno costruito la loro fortuna elettorale. Ora che sono al governo della Regione Marche si accorgono che su temi complessi come quelli della sanità, non basta gridare e puntare il dito, ma occorre saper gestire le situazioni. Credono forse che l’applicazione delle disposizioni previste da decreto del ministro Balduzzi, che imponeva la chiusura dei punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui, sia stata eseguita a cuor leggero dalla precedente Amministrazione? O che si sia proceduto senza prima tentare di ottenere delle deroghe dal governo nazionale? Non sarà certo una mozione consiliare per buttare fumo negli occhi degli elettori a risolvere il problema».

Parla di “Delusione” la parlamentare del Movimento 5 Stelle Patrizia Terzoni, che commenta stringata su Facebook: «Siamo sorpresi? Direi di no. Ma sicuramente delusi da questa ennesima dimostrazione di scarso interesse per le zone montane da parte del PD marchigiano».

Duro il sindaco di Fabriano: «Ho seguito tutto il dibattito, nei loro interventi sono stati sconcertanti. Come al solito le chiacchiere stanno a zero».

(Redazione)

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