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FABRIANO Piero l’eroe, l’ultimo dei calzolai in città

Trent’anni fa erano una decina e adesso in città ce ne sono solo due, il racconto di quei momenti terribili durante il soccorso

 

FABRIANO, 1 settembre 2020 – È dal 1986 che Piero Balducci ha il suo piccolo negozio, Calzoleria del Vicolo, proprio nel vicolo di Sant’Agata (leggi l’articolo). Il “calzolaio-eroe” che ha salvato ieri dalle fiamme l’anziano la cui abitazione si trova appunto a pochi passi dal suo negozio (leggi l’articolo). «L’ho tirato fuori – ha dichiarato ad un quotidiano locale – trascinandolo all’uscita per una decina di metri, mentre buona parte del suo corpo era già visibilmente ustionata e lui si trovava in stato di totale incoscienza».

L’81enne è deceduto stamattina proprio a seguito delle gravissime ustioni riportate (leggi l’articolo). Ricorda quei drammatici momenti: «È stata una sua parente che lo assiste ad accorgersi dell’incendio appena arrivata nella casa, dove si reca spesso per aiutare l’uomo che ha forti problemi di deambulazione – ha aggiunto al Carlino -. Udite le sue grida, sono subito entrato in casa, riuscendo a portarlo fuori. Tempo pochi minuti e sarebbe morto carbonizzato. Era già nudo con il pigiama strappato e divorato dalle fiamme. Ha fatto quello che l’istinto mi ha detto di fare, perché c’era una vita da provare a salvare».

Piero è conosciuto dalla maggior parte dei fabrianesi, proprio perché in città c’è soltanto un altro artigiano che fa il suo stesso mestiere. «Quando ho aperto eravamo una decina di calzolai  – ha detto a QdMnotizie –  adesso siamo rimasti in due». Una passione che per Balducci si fa strada dopo una delusione lavorativa subita da ragazzo, e che lo vede imparare il mestiere presso un calzolaio di Matelica. Poi l’apertura della propria bottega in un locale di sua proprietà, lo stesso di oggi, in cui lavora da 34 anni e che serve anche clienti provenienti da Serra San Quirico, Sassoferrato, Sigillo e altre zone limitrofe di Fabriano.

«Ci si è dovuti adeguare al cambiamento che ha subito il settore delle calzature – spiega ancora Balducci – la qualità delle scarpe oggi è ben diversa da quella che si aveva quando ho iniziato questo mestiere, di conseguenza anche i lavori di concia». E il cambiamento subito riguarda anche la mole di lavoro che non è più quella di vent’anni fa, ma nonostante questo ci si rinnova continuamente per tenere viva questa artigianalità.

(red.)

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