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Cronaca

FABRIANO Punto nascita, rinviata l’udienza al Consiglio di Stato

«Primo importante passo», commenta così sui social il sindaco Santarelli che apre uno spiraglio sulla possibile riapertura della sala parto del “Profili”

FABRIANO, 18 marzo 2021 – Nel pomeriggio di oggi il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di rinvio dell’udienza per il ricorso legato alla riapertura del punto nascita del “Profili” chiuso da febbraio 2019.

Un rinvio che segue il dialogo tra il sindaco di Fabriano Santarelli e l’assessore regionale alla sanità Saltarmartini, con la richiesta di quest’ultimo (come ha svelato il primo cittadino fabrianese ieri sui social) di valutare il rinvio dell’udienza «per consentire alla regione di approfondire l’ipotesi di riapertura dei punti nascita nelle aree montane. Una discussione che è sul tavolo dell’accordo Stato Regioni e che la Giunta regionale parrebbe seriamente disposta a prendere in considerazione».

Richiesta che poi è stata pomeriggio di oggi accettata dal consiglio di Stato e formulata congiuntamente alla Regione e all’Asur.

Un primo passo importante, ha commentato questo pomeriggio sempre sui social Santarelli, che non ha risparmiato stoccate alla precedente amministrazione regionale.

«Percorso lungo e difficile – ha scritto – ma che ci consente di ricominciare a sperare. Lasciatemi solo dire che nessuno a questo punto potrà più dire che la scelta di chiusura del reparto non era strettamente una volontà della regione che nulla ha fatto per evitarlo nonostante ne avesse le possibilità come ho sempre sostenuto e strenuamente provato a spiegare ricevendo in cambio minacce di querele dall’ex Presidente di Regione e accuse di immobilismo e inadeguatezza da parte delle opposizioni in comune. Sarebbe stato molto più semplice evitare la chiusura che non dover affrontare ora il percorso per la riapertura».

«Anche su questo tema – ha poi concluso – si sono sprecate speculazioni politiche, attacchi frontali e narrazioni fasulle da parte di chi ha dimostrato come sempre di avere più a cuore la difesa dell’appartenenza politica che non gli interessi della comunità. Ora andiamo avanti».

(Redazione)

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