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Cronaca

FABRIANO San Biagio in Caprile, nuovo attacco dell’Associazione Culturale Cristiana Dignità e Lavoro

Tesei e Freddi: «Non ci entusiasma la trasformazione dell’Abbazia a luogo di eventi e promozione delle nostre eccellenze enogastronomiche: riportare l’abbazia allo splendore e allo Spirito originario»

FABRIANO, 13 settembre 2021 – Non si spegne la polemica tra l’Associazione Culturale Cristiana Dignità e Lavoro ed il primo cittadino. Un “duello” a distanza partito pochi giorni fa, a seguito della segnalazione fotografica dal presidente Valentino Tesei e dal vicepresidente Francesco Freddi, che immortalavano alcuni tavoli e diverse bottiglie di alcolici.

Oltre alla foto anche una segnalazione inviata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, e per conoscenza spedita anche al presidente Francesco Acquaroli, all’assessore Giorgia Latini, al sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli, all’ordine dei Frati Minori Provincia San Giacomo della Marca e al vescovo Francesco Massara.

Panorama dall’interno dell’Abbazia di San Biagio In Caprile

Alla presa di posizione dell’Associazione Culturale Cristiana Dignità E Lavoro l’immediata replica del primo cittadino, che descriveva la situazione come “Episodio sporadico”. (Leggi l’articolo).

«Apprendiamo con tristezza, dalla replica del primo cittadino – osservano Tesei e Freddi – che ancora una volta non è stata capita la questione segnalata, che vuole essere, in primis, un richiamo al degrado morale e spirituale palesato anche dalle immagini segnalate.Non è nostra intenzione, infatti, dibattere sullo stato di abbandono dell’Abbazia in questione essendo palese e agli atti il degrado della Chiesa al suo interno, di cui il Sindaco dice espressamente di non essere sotto la cura del Comune, che è stato per altro confermato dalla Comunità locale della Frazione di Campodonico. Singolare pertanto che lo stesso Sindaco parli di progetti di recupero per l’Abbazia in aperto contrasto a quanto asserito dallo stesso».

«Fa male apprendere che l’Abbazia non è mai vista dalle Autorità civili locali, come luogo millenario di preghiera e di emanazione dei valore di fede cristiani a cui dobbiamo gli odierni diritti umani, visto che nessun accenno ne viene fatto. Valori che purtroppo oggi, in una società secolarizzata, si attribuiscono erroneamente alla ghigliottina dell’illuminismo.Spiace anche il silenzio delle Autorità regionali verso cui avevamo speranze di discontinuità con la passata politica regionale».

«Sconcerta il fatto che, per il Sindaco la foresteria dell’Abbazia, dove sembrerebbe, a suo dire, esserci una situazione diversa da quella della Chiesa, sia un luogo funzionale per eventi di valorizzazione dei prodotti enogastronomici locali senza nulla togliere agli stessi. Anche sotto il profilo culturale, quindi, non ci siamo visto che nell’Abbazia era presente un tesoro d’arte, costituito dalle opere del Maestro di Campodonico, considerato dal noto critico d’arte Vittorio Sgarbi pari al Giotto, se non superiore addirittura per valore artistico».

«Per quanto esposto e visto quanto prospettato dall’amministrazione comunale di Fabriano, siamo preoccupati per la futura destinazione d’uso che verrà fatta dell’Abbazia – Concludono Tesei e Freddi – una volta realizzati i lavori di recupero paventati, se mai si faranno. Rimarchiamo, se non si fosse capito, che non ci entusiasma la trasformazione dell’Abbazia a luogo di eventi e promozione delle nostre eccellenze enogastronomiche e auspichiamo, pertanto, che nella manifestazione d’interesse per la gestione dell’intero complesso si pensi a riaffidarli ai monaci o ad altro ordine religioso che sicuramente saprebbe riportare l’abbazia allo splendore e allo Spirito originario, come richiesto anche dalla Comunità locale di Campodonico».

(Redazione)

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