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Cronaca

FABRIANO Sanità e SS76: l’analisi del Comitato Indecente 76

Le “culle in trasferta” non sorprendono il presidente del Comitato Indecente 76

 

FABRIANO, 22 gennaio 2020 – Le “culle in trasferta”, la scelta delle mamme di far nascere in Umbria i figli dopo la chiusura del punto nascita del “Profili”, non è decisione che sorprende più di tanto il presidente del comitato Indecente 76 Paolo Paladini.

Andare verso l’ospedale di Branca, senza prendere in considerazione gli ospedali marchigiani è un dato che fa riflettere secondo Paladini, perché dei 151 i nati a Fabriano dopo la chiusura del punto nascita 85, 7 e 3 bambini sono venuti al mondo negli ospedali di Gubbio, Foligno e Perugia.

Diretta conseguenza delle lungaggini nel percorso di completamento del tratto marchigiano della ss76 ancora secondo l’analisi di Paladini, con quello Umbro ormai consegnato e funzionante. «La strada completata ha il suo peso perché guardiamo all’esempio fornito da Civitanova Marche, che con la ss77 funzionante, l’altro lato della quadrilatero, sta vivendo una stagione di crescita significativa».

Solo volano economico per Paladini? No, perché «L’isolomante riguarda anche i servizi sanitari – prosegue – sono dei costi eccessivi per i commercianti, sono le scelte che fanno le madri che preferiscono l’Umbria alle Marche perché collegate meglio».  A Jesi, ospedale marchigiano “preferito” dalla mamme fabriansi, sono nati 30 bamini (leggi l’articolo), mentre a Macerata e Ancona rispettivamente 13 e 4 neonati.

«Non c’è solo l’asfissia a livello economico di un territorio – prosegue – ma c’è anche una scelta di questo tipo. La SS76 è propedeutica per qualsiasi tipo di rilancio: lavoro, investimenti ed un territorio in crescita si potrebbero trasformare in occasione anche dal punto di vista della crescita delle famiglie. Ora, che ci troviamo ancora in difficoltà, la strada si trasformerebbe in valore aggiunto».

(redazione)

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