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FABRIANO Scattolini: «Rischio di essere solo “espressione geografica”»

Sei domande ai rappresentanti delle forze politiche di minoranza sui progetti e su come sta cambiando la città, ecco come ci hanno risposto

 

 

FABRIANO, 6 ottobre 2020 – Vincenzo Scattolini è consigliere comunale di minoranza nel gruppo “Lista Scattolini“.

Siamo ben oltre al giro di boa della maggioranza pentastellata, facciamo un bilancio sulla visione della città.

«Più in generale, con riferimento alle cose fatte da questo governo cittadino ad oggi, occorre prendere atto che sono sostanzialmente invisibili.  L’incapacità di disegnare una fisionomia di Fabriano con lo sguardo rivolto al futuro è emersa in tutta la sua drammaticità. Ci si rende conto della cifra dell’inefficienza dei nostri governanti locali ad amministrare, di primo acchito, se soltanto si decide di fare un giro per le vie della cittadina».

Leggendo i numeri delle recenti elezioni regionali, quale analisi le sembra più appropriata.

«Giova innestare, a questo punto, il significato del risultato delle elezioni regionali con il passaggio della guida della regione dal centrosinistra al centrodestra, dopo circa 30 anni di dominio totale sulla politica. Il cambio di guardia è stato determinato dalla galoppante crisi economica. I cittadini hanno dimostrato così il loro malessere e hanno lanciato un grido di aiuto forte e chiaro».

Le ultime scelte della giunta comunale (Musei gratis, agevolazioni Tari dal 20 al 60% per le utenze non domestiche, Tari invariata per le utenze domestiche e diminuzione del costo della mensa scolastica) vanno nelle direzione giusta per ridare fiato all’economia o sono provvedimenti-tampone?

«In questa prospettiva, che senso ha discutere di ingresso gratuito ai musei, se manca un piano di rinverdimento della cultura? Oppure discutere di agevolazione TA.RI., se la gente si trasferisce altrove in cerca di migliori condizioni di vita? Oppure non capire che il commercio è agonizzante? Non avere cavato un ragno dal buco a proposito del ridimensionamento della struttura ospedaliera cittadina aggrava il senso dello spaesamento e ci si rende conto che andrà sempre peggio».

Ma il piano di sostenibilità porterà effetti benefici al commercio e all’artigianato?

«Un territorio irraggiungibile… o quasi (vedi SS76) e senza alcuna prospettiva di crearvi un polo industriale (a tale proposito giova ricordare che avevo tentato di “suggerire” una zona franca… subito svalutata dalla maggioranza e da parte dell’opposizione a favore di un’area di crisi complessa. Non si è realizzato nulla di tutto ciò.) non ha attrattive e possibilità di sviluppo. Chi verrebbe ad investire in un territorio che ha queste caratteristiche? In questo modo non si è ancora ottenuto nulla e stiamo ragionando sul niente e chi sostiene che così non è …mente sapendo di mentire».

I commercianti del centro storico dicono che il turnover riguarda le chiusure non certo nuove aperture.

«Decine sono le saracinesche dei negozi abbassate e gli “affittasi” fanno a gara con i “vendesi”. Le facce dei fabrianesi portano dipinta sul volto l’immagine della tristezza e della preoccupazione. È ora che la classe politica e la cittadinanza, nell’unità e con volontà, operino insieme senza lanciarsi insulti inutili e con ferreo intento di rimboccarsi le maniche al solo scopo di porre in essere rimedi senza i quali Fabriano tornerà ad essere una mera “espressione geografica”».

Visto che va di moda il tour nelle frazioni, sta pensando anche lei di fare un giretto da quelle parti?

«Per quanto mi riguarda, non ho mai fatto rientrare il dovere di stare vicini alle popolazioni delle frazioni  nell’orbita degli eventi modaioli. Lo scopo delle mie escursioni verso i cittadini ha riguardato e riguarderà l’obbligo di noi amministratori di porci come veicolo delle istanze che dal territorio provengono per trasferirle in seno all’assemblea cittadina alla ricerca delle più valide soluzioni, pur con tutte le difficoltà create dall’assurda chiusura della maggioranza pentastellata a qualsiasi istanza provenga dalla minoranza. La mancanza di collaborazione e la chiusura totale per  qualsiasi iniziativa suggerita dalla minoranza  ha dato  la falsa impressione alla popolazione  della mancata esistenza di una minoranza».

Intervista a cura di Daniele Gattucci

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