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FABRIANO STAGIONE DI PROSA, DOMANI IN SCENA MARIA AMELIA MONTI E PAOLO CALABRESI

FABRIANO, 14 novembre 2017 – Volge al termine la tournée marchigiana di “Nudi e crudi”, la commedia interpretata da Maria Amelia Monti e Paolo Calabresi con Nicola Sorrenti che dopo San Benedetto del Tronto e San Severino Marche salirà sulle assi del Teatro Gentile di Fabriano domani, 15 novembre alle ore 21. Secondo spettacolo del cartellone di prosa promosso dal Comune di Fabriano con Amat.

Diretta da Serena Sinigaglia, Nudi e crudi è una commedia spumeggiante, piena di umorismo e ironia, tratta dal romanzo di Alan Bennett, tradotta e adattata per la scena da Edoardo Erba, che mostra un ritratto impietoso e indimenticabile della vita di una coppia di mezza età. Mr e Mrs Ransome sono due archetipi. Un uomo e una donna, una marito e una moglie, un coppia, tipicamente inglese, protestante e conservatrice. Le loro certezze sono le abitudini costruite nel tempo di una vita condivisa. Gli stessi riti, gli stessi meccanismi, la stessa ossessiva cura per l’ordine e la quiete, ogni giorno finché “morte non ci separi”. Cosa può accadere se di colpo i Ransome si ritrovano “nudi e crudi”? Se all’improvviso la situazione in cui precipitano sovverte l’ordine delle cose e li costringe a cambiare i riti tanto cari? Ce la faranno o soccomberanno?

“Mr e Mrs Ransome sono due archetipi. Un uomo e una donna, un marito e una moglie, una coppia, tipicamente inglese, protestante e conservatrice. Le loro certezze – spiega Serena Sinigaglia descrivendo lo spettacolo – sono le abitudini costruite nel tempo di una vita condivisa. Gli stessi riti, gli stessi meccanismi, la stessa ossessiva cura per l’ordine e la quiete, ogni giorno finché “morte non ci separi”. Cosa può accadere se di colpo i Ransome si ritrovano “nudi e crudi”? se all’improvviso la situazione in cui precipitano sovverte l’ordine delle cose e li costringe a cambiare i riti tanto cari? ce la faranno? sapranno adattarsi? soccomberanno? sembra lo scherzo di un Dio cinico e beffardo che si diverte a mostrarci quanto le vite che con ostinazione e impegno ci costruiamo siano solo dei teatrini per sopravvivere al caos, narrazioni piuttosto irrisorie di una realtà ben più complessa e di impulsi ben più libertari che semplicemente non sappiamo gestire e allora reprimiamo. Forse se riuscissimo a convivere con il nostro lato dionisiaco, se avessimo forza e coraggio per sostenere con garbo la libertà di cui in teoria siamo dotati, forse riusciremmo ad essere veramente più vicini a ciò che siamo. Qui sta il punto, a mio parere, qui Bennett diventa universale e parla a tutti noi, nessuno escluso. La vita è tutta nel cambiamento, nel movimento imprevisto, in quella vertigine che ti dà il vuoto”.

 

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