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Cronaca

FABRIANO “TAVOLO AL MISE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI”: LA RISPOSTA DEI SINDACATI A WHIRLPOOL

Vertenza a tre che riparte: Multinazionale, Sindacati e “Nuovo” Mise

 

FABRIANO, 5 settembre 2019 – “Importanti aggiornamenti relativi allo stabilimento di Napoli”. Whirlpool accelera e convoca i Sindacati per il prossimo 16 settembre. Non al Mise, ed apparentemente senza la presenza di rappresentanze del Mise (con relativo nuovo Ministro).

Ecco quindi le parole della multinazionale, secce e decise che seguono quelle delle organizzazioni sindacali che unitariamente avevano contestato (ieri) le nuove dichiarazioni Whirlpool.

“A oltre un mese dall’ultimo incontro al Mise, tenutosi lo scorso primo agosto – spiegava la multinazionale in una manciata di righe diffuse nella tarda mattinata di oggi 5 settembre – l’azienda ritiene necessario proseguire nel percorso di confronto con le parti sociali, al fine di dare al più presto un futuro sostenibile ai 410 lavoratori di Napoli”.

Con un salto all’indietro alla giornata di ieri, ecco ritornare una presa di posizione unitaria dei Sindacati, con la richiesta alla multinazionale di “Non approfittare della crisi di Governo per sfuggire ad un reale confronto e per cercare di imporre le sue idee per la dismissione del sito di Napoli” (con l’annuncio di un coordinamento nazionale unitario previsto per il prossimo 19 settembre).

Se questo 24 ore fa, immediata (o quasi) una puntualizzazione, unitaria, all’ultima accelerazione statunitense: “Il Governo ripristini il tavolo Whirlpool prima che sia troppo tardi: Fim, Fiom e Uilm chiedono al Ministero dello Sviluppo economico di ripristinare urgentemente il tavolo Whirlpool, prima che sia troppo tardi e che la multinazionale assuma scelte unilaterali”.

Il Mise al centro di tutto

“La Direzione di Whirlpool ha annunciato che il giorno 16 settembre vuole comunicarci importanti decisioni relative allo stabilimento di Napoli – Proseguono le sigle sindacali –  come sindacato non vogliamo rinunciare al tavolo istituzionale né possiamo accettare che il Governo si defili in una vertenza così importante in cui le scelte delle istituzioni nel bene o nel male sono evidentemente determinanti”.

Ecco quindi  un appello – indiretto ma non troppo – al neo Ministro Patuanelli, che ha raccolto il testimone dal capo politico pentastellato Di Maio ora nuovo Ministro degli Esteri.

(s.s.)

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