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FABRIANO “UNA INTERPELLANZA O INTERROGAZIONE PER CONSIGLIO COMUNALE”: LA BOZZA DELLE POLEMICHE

FABRIANO,3 dicembre 2018 – L’articolo 41 della bozza del nuovo regolamento del consiglio comunale fa esplodere le polemiche. “Al fine di garantire efficiente e efficace andamento dei lavori consiliari, si stabilisce che ciascun consigliere non più svolgere più di una interrogazione o interpellanza durante la stessa seduta di consiglio comunale”

Un comma 3 che inasprisce le tensioni tra le varie parti politiche. Andrea Giombi, consigliere di Fabriano Progressista ha così commentato, parlando di questa proposta come “Diabolico bavaglio.”
Andrea Giombi, consigliere comunale a Fabriano“Considerato il numero dei Consigli Comunali ordinari, l’ultimo convocato 52 giorni di distanza dal precedente, è evidente che un singolo Consigliere non potrà esporre più di 6 o 7 interpellanze all’anno, non potrà quindi parlare in Aula per più di un’ora all’incirca per tutto l’anno – commenta preoccupato – La concessione di parlare liberamente sembra riservata solo per le mozioni. L’Amministrazione pur avendo una maggioranza assoluta ha come unico fine quello di tentare d’inibire le voci della minoranza, senza quindi preoccuparsi di cosa essa propone. Sono, dunque, convinto che il metodo rigoroso, da me proposto come Presidente di Commissione per affrontare il nuovo Regolamento del Consiglio Comunale voluto dal Movimento 5 Stelle, sia stato corretto. L’Amministrazione pensasse a Fabriano e non a ferire il confronto democratico. Non permettero come presidente di Commissione questo oltraggio: non mi metteranno mai il bavaglio”.

Ma il comma 3 prosegue ed aggiunge: “Se il consigliere proponente non è presente al momento in cui deve illustrare la sua interrogazione o interpellanza questa si ritiene ritirata, salvo che il presentatore non ne abbia per iscritto chiesto rinvio ad altra adunanza”. Anche qui tensione tra le parti ed in commissione, ma questa parte potrebbe anche essere “cancellata” dal nuovo regolamento comunale ancora in fase di modifica.

Cerca di stemperare i toni ma al tempo stesso di proseguire diritto verso la modifica del regolamento la Presidente del Consiglio Comunale Giuseppina Tobaldi, che parla di polemica “Surreale per toni e contenuti”.

Modifica necessaria, perché il regolamento risale a prima del Tuel (testo unico degli enti locali). Spiega così la Tobaldi.“Viene sancito il principio della pari opportunità di intervento tra i consiglieri/gruppi di minoranza, essendo state le priorità decise e concordate in capigruppo. Se facciamo un confronto con la situazione attuale, ora in ogni consiglio comunale al massimo si riesce ad esporre 6 interpellanze in un’ora. Con il nuovo regolamento se ne discuteranno fino a 9, se ognuno dei consiglieri di minoranza deciderà di presentarle.  Il nuovo regolamento prevede che l’ordine del giorno sia condiviso in sede di capigruppo non più in base al criterio dell’ordine cronologico di iscrizione al protocollo, ma in base a criteri condivisi di urgenza ed importanza. Infine non risponde a verità l’affermazione secondo cui il regolamento è una proposta della maggioranza. In realtà esso è stato elaborato dal Segretario Comunale”.  Puntualizza la Tobaldi che conclude osservando che non c’è bavaglio e dittatura della maggioranza.

Nonostante la puntualizzazione la polemica non si placa

Critiche anche da il Capogruppo Dem Giovanni Balducci. “La Presidente del Consiglio Comunale di Fabriano afferma che il nuovo regolamento di funzionamento, quindi compreso il diktat sulla presentazione delle interpellanze, non è una proposta della maggioranza, ma elaborato dal Segretario Comunale. Vorrei quindi capire secondo quale recondita normativa, attualmente vigente, si voglia così regolamentare la presentazione delle interpellanze visto che come sostiene la Presidente del Consiglio Comunale queste sono sono soprattutto uno strumento delle minoranze”.

Non meno polemico il Consigliere di Minoranza e capogruppo della lista omonima Vincenzo Scattolini, che commenta così su Facebook: “Siamo favoriti a tal punto che non potremo più neanche parlare….alla faccia della democrazia del cambiamento. Ma tanto noi siamo inutili, non sappiamo fare opposizione, vogliamo andare solo sui giornali. Ma di che dobbiamo parlare?”

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