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FABRIANO Verso il voto regionale, Simona Lupini risponde a QdMnotizie

I candidati fabrianesi sono ai blocchi di partenza, abbiamo posto alcune domande su temi che in questo momento hanno un forte impatto sulla realtà locale

 

FABRIANO, 3 settembre 2020Simona Lupini è candidata al Consiglio regionale per il Movimento 5 Stellepresidente Gian Mario Mercorelli

Simona Lupini

Come sta cambiando la sua città?

«Fabriano ha vissuto tante trasformazioni, quello che ho visto dal vertice osservativo dei servizi pubblici è un diverso assetto delle famiglie: dall’idea di famiglia tradizionale si sta passando ad altro, attraversando un limbo di confusione e destabilizzazioni dei ruoli predefiniti. La realtà della crisi socio-economica ha portato ad un cambiamento di valori della famiglia, anche a livello di aspettative e sogni sui propri figli ed il loro futuro. I genitori sono diversi, nostri ragazzi sono cambiati, ho visto un viraggio verso professioni nuove e nuovi miti, che sfuggono spesso alla comprensione delle passate generazioni. E’ cambiata la loro prospettiva della socialità e del futuro, cercano stimoli e punti di riferimento nuovi e gli amministratori devono accogliere questi nuovi spunti, studiando i fenomeni sociali e valorizzandone le risorse, senza giudizi o preconcetti che ostacolino una visone illuminata della società odierna».

Quale sarebbe la sua prima proposta da presentare in Consiglio Regionale per Fabriano?

«La prima proposta a cui metterei mano è investire al massimo nell’accoglienza delle domande dell’utenza attraverso gli Ambiti Territoriali e i Distretti Sanitari, con particolare riguardo all’assistenza alle famiglie come prevenzione primaria del disagio, valorizzando la figura dell’operatore sanitario e sociale, potenziando i servizi territoriali sia a domicilio ma anche a supporto della scuola e delle strutture diurne/residenziali per disabili, minori e anziani. Rafforzare le reti integrate socio-sanitarie, creando una Comunità Solidale a contrasto della crisi, con la collaborazione attiva delle Aziende, degli Enti pubblici, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni e/o associazioni di volontariato, è la mia priorità».

Quale è il gap maggiore che la città deve recuperare?

«Il nostro territorio vive una notevole difficoltà logistica dovuta alla posizione orogeografia, nonchè alla situazione delle infrastrutture. Ci si augura nel prossimo futuro, grazie ad azioni mirate e di ampie vedute, di potenziare questa zona, favorendo collegamenti agevoli che vadano a ridare vigore al turismo, al commercio, alle industrie, ai pendolari del lavoro e delle scuole, della sanità, che necessitano di buoni collegamenti con il resto della Regione».

Occupazione, sanità e turismo: chi ha la priorità tra questi temi?

«Direi che tante sono le priorità della nostra Regione, le politiche sociali, di cui mi occupo, sono assolutamente trasversali a tutti gli ambiti menzionati. Chiaramente, da operatore del settore, direi che la Sanità rappresenta il settore in cui posso offrire il mio massimo contributo. Intendo una sanità integrata con i servizi territoriali e distrettuali, non solo ospedaliera. Abbiamo tante eccellenze tra i nostri operatori, che hanno dimostrato, seppur già nota, la loro funzione fondamentale durante questa emergenza sanitaria. Conosco bene la situazione dei nostri reparti ospedalieri e dei nostri distretti sanitari e credo che sarebbe opportuno per tutti noi valorrizarne le risorse e potenziare i servizi della sanità pubblica. Avere delle unità operative ben attrezzate, non solo di macchinari ma soprattutto di validi operatori, preparati e messi nella condizione di lavorare al meglio, sarebbe tutelante per tutti, anche per chi non potrebbe permettersi cure costose. La sanità pubblica è una risorsa e deve tornare ad essere fruibile da tutti, in ogni zona della regione».

Nei mesi scorsi il passaggio di Cingoli dall’Area Vasta 2 a quella di Macerata ha visto una decisa presa di posizione anche a Fabriano. Il suo pensiero a questo proposito?

«Le realtà sono molto diverse nella nostra Regione, anche a pochi chilometri di distanza. Cingoli ha una storia e una realta’ molto differente da Fabriano. Quello che spero è che Fabriano si integri sempre meglio e in modo più proficuo con il resto della AV2, il confronto è sempre uno strumento di crescita».

Parliamo del “Profili” e del Punto Nascite?

«L’ospedale è un patrimonio che va difeso e potenziato. Rilevate sicuramente le eccellenze, dobbiamo comunque arginare l’emorragia verso altre regioni limitrofe dei pazienti che fanno solamente male alla nostra realtà. Rispetto al Punto nascita, a me particolarmente caro, dobbiamo ripensare totalmente il tipo di accompagnamento alla nascita che vogliamo offrire ai nostri cittadini e alle nostre cittadine, dopo anni di lavoro per una rete di supporto alla genitorialità con preziose collaborazioni tra Unità Operativa e Distretto Sanitario per non perdere quel tipo di assistenza integrata che ritengo molto efficace e lungimirante per accogliere una nuova vita e per aiutare a crescere una nuova famiglia».

I giovani cercano lavoro altrove, un fenomeno che pone grossi problemi.

«Dobbiamo lasciar spazio alle innovazioni e credere nelle nuove idee. E’ chiaro come il mondo cambi più velocemente di quanto noi possiamo correre e che l’offerta occupazionale sia completamente cambiata. Credo che sarebbe opportuno ascoltare e dare credito alle aspirazioni e alle esigenze dei giovani, senza sostituirsi mai a loro nel fare proposte, ma raccogliendo e riformulando le loro domande. Se Fabriano è cambiata, il mondo del lavoro è cambiato, dobbiamo pensare in modo nuovo. I giovani cercano lavoro altrove secondo una visione superata, forse oggi i confini di una città vanno intesi in modo più flessibile e ampio.Il supporto alle idee dei giovani che si affcciano al mondo del lavoro risulta fondamentale nei territori e va messo in condizioni di esprimersi la meglio in un’ottica sinergica e lungimirante».

Intervista a cura di Daniele Gattucci e Sergio Federici

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