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Cronaca

FABRIANO VIOLENZA DI GENERE, STRATEGIE CONDIVISE PER FARE RETE

Stilato un protocollo operativo a seconda dello stato di emergenza in cui si trovano donne o minori

 

Simona Lupini

FABRIANO, 21 marzo 2019 – È stato stilato un protocollo operativo per la presa in carico in ottica di rete di situazioni di violenza contro le donne e i minori, nel territorio dell’ambito 10. L’atto serve a promuovere procedure e strategie condivise per contrastare la violenza di genere alle donne e ai minori e sono presenti tutte le norme procedurali da mettere in atto quando ci si trova ad accogliere una vittima di violenza. Questo documento è stato redatto tra l’unione montana, ambito 10, i comuni di Sassoferrato, Genga, Cerreto D’Esi, comune di Serra San Quirico, Asur Area vasta 2, le associazioni Artemisia e Donne e Giustizia, la consigliera di parità per la provincia di Ancona, i medici di base, il commissariato di polizia di stato di Fabriano e il comando dei carabinieri. Il documento è diviso in più punti, a seconda della stato di emergenza in cui si trova la donna.

Al punto 1 si tratta della donna che è a elevato rischio e a breve termine e chiede di essere allontanata. In questo caso la donna può essere messa in un struttura protetta oppure di definire un altro progetto alternativo, e per farlo prende in esame le seguenti variabili.

 

  • volontà della donna
  • valutazione del rischio
  • alternative sul piano legale
  • figli
  • presenza di amici o parenti a sostegno
  • autonomia sociale della donna

 

Al punto 2 si tratta della donna che si trova in una situazione di basso rischio e non chiede di essere allontanata; in questo caso si valuta con lei comunque un piano di uscita dalla violenza.

Al punto 3 si tratta della donna che, nonostante si trovi in una situazione a elevato rischio e a breve termine, non si sente pronta ad essere allontanata.

Una tabella delinea quali sono le funzioni e le competenze di ogni ente che fa parte di questa rete, per ottenere tutti gli strumenti utili ad attivare un percorso di uscita dalla violenza.

Questa procedura di uscita dalla violenza viene sintetizzata in 3 fasi: quella di avvio di cui si occupa il Servizio Sociale dei Comuni; quella del progetto di cui il regista è il consultorio familiare; quella del reinserimento che è competenza del servizio sociale insieme col consultorio familiare.

Nei casi in cui la donna non abbia rivolto la sua richiesta d’aiuto a un servizio pubblico ma allo sportello antiviolenza, il referente della fuoriuscita dalla violenza è lo sportello stesso.

L’assessore Lupini tiene a far capire che la rete è fondamentale quando si tratta di accogliere una donna che vive in situazioni di violenza e sottolinea che la maggior parte di quelle che si rivolgono ai servizi sono italiane. Tiene a precisare anche che lo sportello antiviolenza Artemisia ha una funzione fondamentale per la città, tanto che sono state invitate al tavolo per le povertà. “Gli ultimi dati dicono che la maggior parte sono italiane, che vivono la violenza all’interno della coppia e che hanno minori a carico. Artemisia ha rappresentato più e più volte l’esigenza abitativa e lavorativa di queste donne, io le ho coinvolte dentro il progetto Rise Up”. È stato coinvolto anche il centro di dipendenze patologiche perché spesso dietro l’uomo violento si nasconde questo aspetto. ”Siamo in attesa della firma del prefetto, dopodiché il protocollo diventerà operativo”.

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