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FALCONARA Crescono i provvedimenti a tutela dei minori

Conflitti familiari e maltrattamenti alcune delle motivazioni che portano le autorità a intervenire, Stefania Marini: «Trovare alternative alle comunità»

FALCONARA, 15 aprile 2021 – Anche a Falconara è in lieve crescita il numero di provvedimenti a tutela dei minori, un trend che accomuna molte realtà. Conflitti familiari, incapacità genitoriale, maltrattamenti, abusi, sono le motivazioni che portano l’autorità giudiziaria ad adottare tali provvedimenti, che possono arrivare fino all’allontanamento del minore da uno o da entrambi i genitori.

È quanto emerso il 31 marzo scorso durante una seduta della Commissione consiliare Servizi sociali. L’incontro, cui ha partecipato il vicesindaco Raimondo Mondaini, con delega ai Servizi sociali, è stato convocato dalla presidente Stefania Marini (foto in primo piano) per approfondire alcuni aspetti e per studiare insieme ai commissari strategie di intervento. A fronte dell’incremento di provvedimenti a tutela dei minori, i commissari intendono infatti promuovere interventi volti alla prevenzione del disagio delle famiglie e, laddove non sia possibile intervenire diversamente, nuove forme di accoglienza e di sostegno a favore di bambini e ragazzi.

Tra questi l’istituto dell’affido familiare, attraverso la valorizzazione delle associazioni presenti sul territorio. «Quale che sia il provvedimento da adottare – dice la presidente Stefania Marini – è importante mantenere alta l’attenzione perché ogni difficoltà incontrata in giovane età potrà diventare una grande difficoltà in età adulta. L’attenzione in questo momento deve essere ancora maggiore, perché la pandemia ha sottratto ai ragazzi tutti quegli ambienti che potevano fornire segnali tempestivi di disagio, come le parrocchie, le scuole, i centri di aggregazione».

L’analisi è partita dai dati forniti dall’Ambito territoriale sociale 12 e dai Servizi sociali del Comune. Se nel 2019 i provvedimenti dell’autorità giudiziaria a tutela dei minori sono stati 107, il numero è salito a 116 nel 2020. L’intervento dell’autorità giudiziaria è spesso determinato da conflitti familiari (32 casi nel 2019, saliti a 44 nel 2020), da incapacità genitoriale (39 casi nel 2019, 33 nel 2020), da maltrattamenti (passati da 16 a 15), incuria (9 casi nel 2019, 10 nel 2020), carcerazione dei genitori (8 casi nel 2019 e altrettanti nel 2020). Colpisce l’aumento degli abusi, che sono raddoppiati: sono passati dai 3 del 2019 ai 6 del 2020.

Tra il 2019 e il 2020 è diminuito invece il numero dei minorenni affidati a strutture, passato da 22 a 18, così come il ricorso a famiglie affidatarie: i minori in affido sono scesi da 25 a 23. Proprio sul ruolo delle famiglie affidatarie si è concentrata l’attenzione dei consiglieri di maggioranza e opposizione che fanno parte della Commissione. Dei 23 minori affidati nel corso del 2020, solo cinque sono stati accolti da nuclei etero familiari, ossia da famiglie affidatarie al di fuori della cerchia parentale. Due le famiglie che si sono rese disponibili.

Nel 2019 erano state invece cinque le famiglie affidatarie (non consanguinee) che avevano accolto bambini e ragazzi. Un dato non necessariamente negativo: in molti casi è stato possibile affidare i minori ai loro parenti. Resta la necessità di incrementare la cultura dell’affido.

«Abbiamo condiviso la necessità di cercare alternative alle comunità – spiega la presidente – e di creare nuove occasioni di confronto con le famiglie sul tema dell’affido, dopo gli incontri organizzati nell’autunno scorso grazie alle associazioni attive in questo ambito. Proprio le associazioni forniscono un contributo prezioso per sensibilizzare la cittadinanza e, compatibilmente con l’emergenza sanitaria, intendiamo coinvolgerle per studiare insieme nuove opportunità di incontro con la città».

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