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Falconara Fabrizio Fabretti, la forza di sfidare l’impossibile

Nonostante una malattia debilitante ha abbracciato la passione per la dura disciplina del triathlon e ora un sogno: la massacrante e leggendaria Marathon des sables in Marocco

Falconara, 2 luglio 2022 – Niente è impossibile. E Fabrizio Fabretti, falconarese di 40 anni sta lì a dimostrarlo.

Fabretti ha una moglie, la dolce Laura Martini, titolare della pasticceria La Mou, una delle più apprezzate di Falconara, una famiglia con due figli, Mattia di 5 e Federico di 3 anni e anche due cani, Jack e Ciro.

Fabrizio Fabretti, che ha lasciato la sua Collemarino 10 anni fa quando ha sposato Laura, da quando aveva 20 anni ha sempre sofferto di psoriasi e, in seguito, di artrite psorasica, una malattia altamente debilitante, che blocca schiena e ossa e può anche condurre alla sedia a rotelle.

Eppure per Fabrizio Fabretti nulla è impossibile, anzi la vita è una continua sfida con se stesso e ogni giorno sposta il suo traguardo un po’ più in là.

Di mestiere Fabretti fa il ferroviere ad Ancona, per 10 anni capotreno e da 6 impiegato nell’ufficio che si occupa dei turni degli equipaggi.

Ma la passione vera, quella che lo spinge ad affrontare ogni difficoltà e a cercare di superare ogni ostacolo è lo sport.

«Ho giocato a calcio fino ai 30 anni – spiega – e poi ho assistito a Pescara a una gara di triathlon e me ne sono appassionato in modo febbrile. E’ uno sport molto duro ma a differenza del calcio non sei impegnato ogni fine settimana e per chi ha famiglia gli orari di allenamento sono più gestibili, anche se la preparazione è molto più tosta».

Però lui ha esagerato, non si è accontentato.

«Mi sono allenato per un anno poi ho cominciato a gareggiare nel 2014: 1.500 metri di nuoto, 40 chilometri in bici e 10 di corsa della gara denominata olimpica. Poi la partecipazione a diverse mezze gare della specialità Ironman: 1.900 metri di nuoto, 90 km in bici e 21 di corsa».

Ma il meglio deve ancora venire perché il ferroviere ha in serbo due sorprese.

«A settembre farò il primo Ironman completo a Cervia: 3,8 km di nuoto, 180 di bici e 42 di maratona: i campionissimi ci mettono 9 ore, io mi sto allenando duramente per cercare di terminare la gara in 12 ore, sarebbe un traguardo eccellente. Poi il sogno di una vita, la Marathon des Sables in Marocco nel deserto del Sahara, una competizione massacrante di 250 km di corsa da percorrere in 7 giorni in autosufficienza: ogni partecipante si preoccupa da solo del suo equipaggiamento, zaino, sacco a pelo e cibo, gli organizzatori forniscono solo alcuni litri d’acqua al giorno per bere e lavarsi e si dorme tutti insieme nelle tende berbere. Se la finisco coronerò un sogno».

Perchè un padre di famiglia, con un lavoro sicuro, una moglie affermata e due figli piccoli fa tutto questo?

«E’ una sfida con me stesso e un esempio per i miei figli: voglio dimostrare che chi lavora duramente e fa sacrifici può ottenere tutto, senza aspettarsi nulla dagli altri. Del resto devo ringraziare la dott. Anna Maria Offidani, primario di dermatologia di Torrette, perché grazie a lei riesco a tenere sotto controllo la malattia con due iniezioni al mese di farmaci biologici. Così sono rinato, il piacere è sacrificarsi e dare tutto. Allora nulla è impossibile».

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