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Falconara Preoccupazione per il sequestro di depuratori e scolmatori

Riguarda tutta la linea fognaria della costa ma«durante il periodo estivo non abbiamo mai ricevuto, da parte di utenti o colleghi, segnalazioni di sversamenti in assenza di pioggia», dice il presidente di Falcomar

di Gianluca Fenucci

Falconara, 28 febbraio 2023 – L’operazione Depuration Daymessa in atto dai Carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Ancona e dai militari della Capitaneria di Porto della Guardia Costiera di Ancona e che ha condotto al sequestro preventivo per l’impianto di depurazione di Falconara Marittima e dei 12 scolmatori lungo il litorale, ha lasciato il segno e ha colpito sia gli operatori balneari che i lavoratori del mare.

Il sequestro riguarda dunque tutta la linea fognaria della costa, compresa da Palombina nord fino a Falconara.

Inquinamento ambientale e scarico di reflui non autorizzati: questi sono i reati contestati ai 5 indagati, tra cui la società Viva Servizi, i quali sarebbero responsabili della schiuma in mare ad Ancona dove, tra le altre sostanze, è stata rinvenuta la presenza di escherichia coli.

Alessandro Filippetti, presidente del consorzio Falcomar che rappresenta i concessionari falconaresi delle aree demaniali marittime, non entra nel merito dell’inchiesta ma ci tiene a dire la sua.

«Tengo a precisare che durante il periodo estivo – dice – non abbiamo mai ricevuto, da parte di utenti o colleghi, segnalazioni di sversamenti in assenza di pioggia. Personalmente ho fiducia nell’operato dell’azienda Viva Servizi e spero che tutto si chiarisca il prima possibile per non interferire nell’unico progetto di risoluzione del problema degli sversamenti a mare, affidato dall’Amministrazione comunale a Viva Servizi Spa, interessata dagli avvisi di garanzia in questo procedimento. Ad oggi, in mancanza di sentenza definitiva, il consorzio Falcomar di cui sono presidente non intende costituirsi come parte lesa. Prima di ogni cosa viene la salute dei cittadini e degli operatori ma il danno in termini economici per le attività balneari è incalcolabile, sia per gli sversamenti legali sia per quelli “imprevisti” citati dall’indagine in corso».

Sull’argomento interviene anche Domenico Lepretti presidente Co.Ge.Vo di Ancona, il consorzio per la gestione della pesca delle vongole e fa notare che la richiesta attuale di sequestro di depuratori si riferisce a fatti risalenti all’aprile del 2020, ben 3 anni fa.

«Ci sembra sia passato troppo tempo – sostiene – per quello che ci riguarda per la pesca delle vongole siamo monitorati continuamente dall’Asl perché dobbiamo pescare sempre in zona A: si eseguono analisi attente sulla qualità del pescato, delle acque del mare e siamo sempre molto sensibili all’inquinamento ambientale, per far sì che sui piatti arrivi un ottimo prodotto. Mi dispiace, come spesso sostengo con le istituzioni, che si punti sempre l’indice contro le condizioni del mare: i danni veri si fanno nell’entroterra con i nitrati, i solventi, i prodotti chimici per l’agricoltura che, tramite fiumi e piogge, vengono sversati in mare. Ciò comporta l’interruzione della nostra attività o il dover cambiare zone. Con queste problematiche conviviamo da sempre».

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