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Falconara Romina Scaloni e la sua storia con l’untore

La sua vita è cambiata per sempre scoprendo nel 2018 che Claudio Pinti, l’uomo con cui si stava frequentando, aveva l’Hiv, non si stava curando e aveva omesso di dirlo alla donna che poi lo ha fatto condannare, incontro allo Sportello Frida lunedì 24 marzo (ore 18)




Falconara – Il 4 maggio 2018 Romina Scaloni (foto in primo piano) era sprofondata in un gorgo di dolore, rabbia e incredulità.

Quella data è indelebile: la sua vita è cambiata per sempre, scoprendo che Claudio Pinti, l’uomo con cui si stava frequentando, aveva l’Hiv e non si stava curando. Lui che l’ha contagiata è stato condannato a 16 anni e 8 mesi: era consapevole di essere sieropositivo e non si curava per scelta, ma aveva omesso di dirlo alla donna.

Romina Scaloni sarà ospite dello Sportello Frida a Falconara al civico 5 di via IV Novembre, lunedì 24 marzo, alle 18.




Ripercorrerà la sua vicenda, che ha voluto raccontare nel libro 4 maggio 2018. La mia storia con l’untore. L’incontro, organizzato dallo Sportello Frida, è dedicato alle donne ed è gestito dalla Cooss, in collaborazione con il Comune.

Romina Scaloni, uscita dal suo inferno, vuole trasmettere un messaggio di forza anche a coloro che temono di denunciare per la vergogna. E’ una battaglia a favore dell’informazione e contro lo stigma quella che la vede protagonista, unica ad aver denunciato Claudio Pinti che, nascondendo a tutti la sieropositività e rifiutando la cura, ha contagiato persone innocenti, che si fidavano di lui.

«Conoscere l’Hiv – è il messaggio lanciato da Romina Scaloni – è di vitale importanza, perché oggi chi si cura riesce ad azzerare i sintomi e non è contagioso. Era il 4 maggio del 2018 quando ho saputo dalla cognata dell’uomo che frequentavo che lui era malato. Rifiutava di curarsi e di prendere precauzioni, senza interessarsi delle conseguenze sulle persone che diceva di amare. Per me è stato come morire e rinascere: ora sono un’altra persona perché la violenza e il trauma che ho subito mi ha catapultata in un’altra dimensione».

L’obiettivo prioritario dell’incontro, per Romina Scaloni, è «inviare un messaggio di coraggio, di forza e di rinascita, informare le persone sull’Hiv. Su questa patologia c’è ancora tanta disinformazione, conoscere il virus significa anche evitare la discriminazione, il virus non si trasmette con una stretta di mano o con un abbraccio, nè con un bacio, gesti che quando sei vulnerabile sono come un balsamo, ne hai più bisogno che mai. Per fortuna attorno a me ho trovato comprensione e consapevolezza, raramente mi è capitato di relazionarmi con persone che avevano paura della mia condizione e quando è accaduto le ho capite».

Un altro aspetto che Romina intende sottolineare è quello penale.

«Chi è al corrente di essere sieropositivo e non si cura, omettendo senza prendere precauzioni nei rapporti, come ha fatto il mio carnefice, commette un reato gravissimo e non bisogna aver paura o vergognarsi di denunciare».

Aspetti sottolineati anche dall’assessora alle pari opportunità Ilenia Orologio.

«Oggi si parla poco di Hiv, eppure è importantissimo dare le giuste informazioni. L’esperienza di Romina Scaloni, che ha vissuto il dramma personale di essere contagiata dalla persona di cui era innamorata può essere di insegnamento per tante altre donne. Non va stigmatizzato chi ha contratto il virus. Oggi sono disponibili cure efficaci, che proteggono sia la persona contagiata, che tutti coloro con cui intrattengono rapporti. Va invece condannato il comportamento di chi, pur consapevole di essere malato, non si cura e non informa chi gli sta attorno».

(foto in primo piano, Romina Scaloni)

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