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GIOVANI E COVID Ho voglia di tornare alla vera vita, ma sarà meno scontata

Per quanto a un professore possa dare fastidio il brusio in classe, sono certa che a qualcuno manchi sentire vociferare gli alunni

Emozioni, paure, desideri, scoperte, attese dei giovani… in questo lungo e faticoso periodo di pandemia. Le riflessioni di alcuni giovani e ragazze del Liceo delle Scienze Umane di Jesi, raccolte dall’insegnante di Religione, sono un contributo prezioso di luce nelle tenebre, di speranza nei sentimenti di angoscia, di nuovo futuro nello scoraggiamento di molti. Queste testimonianze fanno bene a tutti. Ne riporteremo alcune ogni settimana in questa rubrica.

Mascherine, distanziamenti e paura di un raffreddore, questi sono i compagni con cui abbiamo a che fare ormai già da un anno e saranno con noi ancora per un po’, suppongo. Questo Covid soprattutto per noi ragazzi è stato duro da accettare, perché ci ha tolto quello che la maggior parte di noi ama, ossia lo stare con gli altri, con gli amici, essere spensierati e divertirsi, d’altronde l’adolescenza è anche questo, oltre che crisi esistenziali su noi stessi.

All’inizio, a marzo 2020, eravamo tutti un po’ increduli, si parlava di un virus che stava circolando, che stava dando problemi perché stava causando le prime morti e che si stava diffondendo molto velocemente. Arrivò così il primo lockdown, inizialmente eravamo tutti euforici poiché non si andava a scuola, perché si iniziava a essere stanchi e stava per scattare quel compulsivo conto alla rovescia per l’estate. Non capivamo ancora a pieno cosa stesse accadendo, quindi tutti l’avevamo presa un po’ alla leggera, non le avevamo dato molto peso, dicevamo che in poco tempo tutto sarebbe finito e sarebbe tornato come prima.

Ed eccoci qua un anno dopo, più o meno nella stessa situazione

L’Italia si è colorata di un rosso acceso e di arancione e quell’insignificante lockdown che vedevamo come l’avvio verso la fine, è stato invece l’inizio di un altro genere di vita, distante dagli altri, anche dai propri parenti, dagli amici, dove in giro le persone indossano un nuovo accessorio che copre naso e bocca e vanno a fare la spesa con i guanti anche d’estate.

Una realtà che crea anche dolore, che ha provocato e provoca molte morti, che ci fa sentire soli e che l’unica persona che possiamo abbracciare siamo noi stessi.

Questa situazione incute anche paura, timore di andare a trovare un nonno o una nonna per paura di poterli contagiare e dato che sono più deboli, di poterli mettere in una spiacevole situazione e di farli star male. La vita, è inutile negarlo, è cambiata, sotto molti punti di vista, anche quello scolastico. Oggi la scuola si frequenta in un modo che nessuno si sarebbe mai aspettato, oggi si segue la dad, si fa scuola ma online, ogni mattina ci si collega in una piattaforma assieme alla classe e al professore di ogni rispettiva ora e si fa lezione, si fanno interrogazioni e verifiche.

Sotto questo punto di vista sembrerebbe uguale alla scuola in presenza ed è vero, ma riguardo allo stare in classe no, non si ha più il tanto amato compagno di banco con cui confrontarsi, ridere, chiacchierare. Per quanto a un professore possa dare fastidio il brusio in classe, sono certa che a qualcuno manchi sentire vociferare gli alunni. Tutti lo preferiscono al silenzio che incombe nelle videolezioni. Non si ha più la sveglia la mattina che per quanto sia odiosa, ci svegliava veramente, mentre ora – è vero, si dorme di più, e ammetto che questo aspetto mi piaceprima di svegliarmi ci metto un po’.

Guardiamo però anche ai lati positivi: noi ragazzi, ma non solo, abbiamo a disposizione uno strumento veramente importante, che ci permette di avere un contatto anche se non reale, non fisico, con gli altri, ossia internet!

È stato davvero, da un lato, una salvezza, possiamo infatti chiamare chi vogliamo sempre, in qualsiasi momento e luogo, fare videochiamate con i nostri amici o parenti, per vedersi e fare due parole, possiamo svagarci guardando video, film, serie tv e passare un po’ di tempo in questo modo.

Se ci fossimo trovati in questa situazione settanta anni fa, non sarebbe stato veramente possibile vedersi o fare scuola. Anche la medicina ha fatto passi avanti, riuscendo in questa circostanza ad avere una soluzione, ossia il vaccino. Le vaccinazioni sono già iniziate e questo potrebbe veramente essere la luce alla fine del tunnel buio che stiamo ancora attraversando.

Cosa ha lasciato in noi questo Covid fino ad ora? Avremo solo un ricordo negativo di ciò che ci ha fatto provare?

Sicuramente non è un periodo che vorrei rivivere, perché mi ha fatto sentire isolata dal resto del mondo

Ed è veramente così: questa pandemia è stata ovunque e nella maggior parte del pianeta c’è ancora. Non dimentichiamo che è ancora un avvenimento che ha causato la morte di moltissime persone e l’impegno di altre come medici, infermieri, operatori sanitari, volontari. C’è chi ha perso il lavoro e non ha avuto un impiego per moltissimo tempo, attività fallite e tanto altro…

Situazioni che hanno peggiorato la condizione di migliaia di persone e famiglie. Questa condizione mi ha causato paura, preoccupazione, momenti di malinconia, di sconforto, di solitudine. Mi sono mancate molte persone che non potevo rivedere, ho perso la voglia di fare le cose!

La pandemia mi ha anche aiutato nel concentrarmi di più su me stessa, mi ha permesso di passare più tempo con i miei genitori, di apprezzare di più le piccole cose e penso che questa “reclusione” abbia riacceso in tutti noi quel forte desiderio di vivere, di divertirsi, di uscire con gli amici, di andare in vacanza, di abbracciare chi vuoi senza paura, di poter rimanere in giro fino a notte fonda, senza il continuo controllo dell’orologio per non tardare al coprifuoco. Un nuovo coprifuoco diverso da quello stabilito dai genitori.

Ho voglia di ritornare alla vera vita, quella vita, che dopo questa esperienza, apprezzeremo molto di più e daremo meno per scontata.

Angie, 18 anni – Liceo delle Scienze Umane

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