Segui QdM Notizie

il parere dell’esperto

GIURISPRUDENZA PRINCIPIO DI COLPEVOLEZZA COLPA E DOLO

Un nostro spazio quotidiano affidato ad esperti di settore. La rubrica “Il parere dell’esperto” si interesserà di Fiscalità, Medicina, Psicologia, Giurisprudenza, Osteopatia e Nutrizione.

 

L’avvocato Silvia Bugatti tratta in ambito penale e civile. Custode Giudiziario nelle esecuzioni immobiliari presso il Tribunale di Ancona

 

 

PRINCIPIO DI COLPEVOLEZZA COLPA E DOLO

 

Quando parliamo di reato  ci riferiamo a un fatto umano tipico, ossia riconducibile a una specifica  norma prevista dal Legislatore  e colpevole. Ma cosa vuol dire principio di colpevolezza per il diritto penale?

La colpevolezza nel diritto penale si traduce in un giudizio normativo, usando le parole del giurista Delitalia, un giudizio di rimproverabilità, per avere voluto un fatto che non si doveva volere (dolo) o per aver cagionato un fatto che non si doveva produrre (colpa).

Nel nostro ordinamento il principio di colpevolezza è sancito all’articolo 27 comma I della Costituzione “la responsabilità penale è personale” intendendo non soltanto  il divieto di responsabilità per un fatto altrui ma, il principio per cui, un  reato è un fatto umano colpevole, cioè attribuibile psicologicamente a un soggetto.

Diversamente, si vanificherebbe anche l’effetto rieducativo della pena  di cui all’articolo 27 comma 3 della Costituzione “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”  in quanto, se un fatto non fosse rimproverabile, non sarebbe neanche punibile, perché diversamente si finirebbe  per parlare di una mera responsabilità oggettiva.

Il delitto si definisce colposo , articolo 43  comma III del codice penale, quando un soggetto realizza un fatto non voluto, sebbene prevedibile,  cagionato mediante la violazione di regole cautelari di condotta, fatto che si sarebbe potuto evitare se fosse stata osservata la regola violata.

Esempio di colpa cosciente : Tizio corre ad alta velocità in un centro abitato per trasportare un ferito e uccide un passante. Tizio infatti sapeva bene che avrebbe potuto provocare un incidente, ma ha fatto di tutto per evitarlo e, qualora, avesse saputo che in quel modo avrebbe ucciso il passante non avrebbe tenuto quella determinata condotta.

Emergono quindi gli elementi distintivi della colpa: un azione cosciente , la mancanza di volontà nella causazione dell’ evento  ed infine,  un’ inosservanza di regole cautelari rimproverabile.

Prevedibilità ed evitabilità non sono due concetti astratti, valutati discrezionalmente dal giudice ma, vanno accertati con un giudizio di prognosi postuma  ossia tramite la comparazione con quella che sarebbe stata  la condotta tenuta  da un soggetto di normale diligenza e capacità.

Il dolo invece  è la forma più grave di colpevolezza in quanto, in esso si realizza una manifestazione di volontà colpevole, articolo 43 comma I codice penale.

Il dolo fonda  la sua struttura su : intenzione, previsione e volontà.

Il soggetto agente  si rappresenta tutti gli elementi costitutivi del reato  ed è consapevole di realizzare un fatto tipico previsto da una norma come reato.

Il dolo, come qualunque altro elemento costitutivo del reato, va provato e l’accertamento probatorio non è sempre agevole perché, significa indagare  un atteggiamento psicologico del soggetto  che, per sua stessa natura è impercettibile.

Tutte le circostanze esterne possono essere utili per accertare il dolo. Per esempio, per accertare il  dolo nel reato di omicidio, rispetto al dolo nel reato di lesioni, andranno esaminati:  il movente, il mezzo di aggressione utilizzato, il numero di colpi inferti,  la parte del corpo aggredita.

La giurisprudenza  tendenzialmente si orienta  nel ricondurre il dolo all’interno di tre forme:  dolo intenzionale, dolo diretto e dolo eventuale che, concretamente si risolvono nella comminazione di pene più o meno severe.

Volgendo al termine di questa prima introduzione nella tematica della colpevolezza , per comprendere  le teorie sopra brevemente esposte   richiamiamo  un classico esempio universitario .

Tizio  per riscuotere il premio assicurativo,  decide di incendiare la propria casa, pur sapendo che al piano di sopra abita una vecchia signora paralitica accudita ogni tanto dal nipote.

Nell’incendio muoiono tutti, sia la signora che il nipote. Tizio risponderà  a titolo di dolo intenzionale per il reato di truffa assicurativa (agisce proprio per realizzare quel tipico fatto) nonché anche per l’incendio a titolo di dolo intenzionale perché, è proprio il mezzo che sceglie per ottenere il premio assicurativo; di omicidio con dolo diretto per la morte della signora paralitica (non era l’obbiettivo della sua condotta  in quanto voleva riscuotere il premio assicurativo ma Tizio  prevede la possibile morte dell’anziana signora e la accetta come altamente probabile o addirittura certa) e infine  di omicidio con dolo eventuale per la morte del nipote della signora perché,  Tizio lo prevede come possibile e agisce comunque, accettando l’eventualità che possa accadere.

Avvocato Silvia Bugattistudio legale

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

News