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Cronaca

IL SUCCESSO UNANIMI CONSENSI PER L’OPERA LIRICA “ANGELA, DANTE Y UMBRÌA”

aquilanti

Giancarlo Aquilanti

GUANAJUATO (Messico), 8 settembre 2015 – “Torno a casa molto soddisfatto, Porterò con me un grande risultato e l’opportunità di aver conosciuto un grande popolo, molto diverso dai luoghi comuni che si conoscono”. Così il Professore jesino Giancarlo Aquilanti al termine della doppia rappresentazione della sua opera lirica “Angela, Dante y Umbrìa”, su libretto di Benjamin Valdivia, avvenuta giovedì e sabato scorsi nel Teatro Juàrez di Guanjuato, capitale dell’omonimo stato messicano. Unanimi i consensi da parte degli spettatori delle due recite (circa 800 presente per serata); i commenti sono stati molto favorevoli, a cominciare dagli interpreti, dai responsabili dell’Università californiana dove Aquilanti insegna e di quella messicana dove Valdivia è docente. A questi vanno ad aggiungersi i favorevoli apprezzamenti avanzati da tutti gli spettatori provenienti da tutte le parti del Messico, compresi direttori d’orchestra e responsabili di altri teatri. “Spero che possa essere di buon auspici per altre rappresentazioni o per commissioni di altre opere”, ha commentato il musicista jesino dopo il successo ottenuto.
Come ricordato nei giorni scorsi l’opera di Aquilanti racconta la vicenda dei tre personaggi che formano il titolo dell’opera in due atti. Protagonisti sono attivi in due situazioni ambientali differenti: in una città dove non manca il caos e in un bosco. Dante vive in città, ma si sente perduto; passeggiando per il bosco incontra Angela e se ne innamora perché è una donna calma, serena, ideale per un matrimonio duraturo. Angela e Dante si sposano, ma la loro serenità viene messa subito a dura prova dalla presenza di Umbrìa che è la passione incarnata, la sfrontatezza, lo spregio per l’impegno duraturo tra amanti. E’ una donna che non vuole legami e, come canta nell’opera, “non cerca catene”. Combattuto tra le due donne, Dante perde sia l’amante (Umbrìa) così come l’affetto della moglie che lo abbandona facendolo così ritornare nella situazione iniziale di solitudine. Un dramma che al pubblico è piaciuto sia per i contenuti, come pure per la musica che Aquilanti gli ha “cucito addosso”; una musica che chi gli sta vicino si augura di poter ascoltare anche nella sua Jesi.
(Sedulio Brazzini)

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