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Marche news

INTERNET Sex extortion, denunciate due giovani truffatrici

Polizia postale

Si sono finte minorenni e anche funzionarie di un ufficio della Questura, riuscendo a estorcere 500 euro alla vittima

ANCONA, 2 luglio 2021 – Mandano foto hot per poi ricattare gli utenti fingendosi minorenni e inscenando un colloquio con una poliziotta, due giovanissime ragazze residenti in Romagna sono state denunciate. E’ quanto scoperto dalla Polizia Postale e Comunicazioni delle Marche.

I fatti iniziano a cavallo tra il 2019 e il 2020 e si formalizzano in una denuncia/querela presentata alla Postale di Ancona. Apparentemente sembra trattarsi di un caso di sex extortion: incontro in chat e sui social, immagini di bella signora o di avvenente ragazza, talvolta coinvolgimento sentimentale/erotico, richiesta di immagini senza veli della vittima, generalmente di sesso maschile; segue richiesta di denaro, pena la diffusione delle immagini sui social e sulla piattaforma YouTube.

In questo caso la dinamica è stata differente ed i fatti si sono svolti in modo diverso. La vittima durante una navigazione internet ha cliccato sul banner pubblicitario di un annuncio di un sito di incontri, ed è entrato in chat su WhatsApp con una ragazza che, dopo avergli chiesto foto del viso e parti intime, senza però ottenerne, ha provveduto lei stessa ad inviargli sue foto intime e, dichiaratasi minorenne, chiedere la cifra di 100 euro per un incontro con il ragazzo, il quale però provvede a quel punto ad interrompere la comunicazione e a eliminare foto e chat.

Per il resto segue poi la dichiarazione della sedicente ragazza di essere minore e la conseguente richiesta di denaro, perché la detenzione dell’immagine costituisce reato. Ciò viene ribadito dalla presunta “sedicente” mamma, la quale richiede altro denaro per affrontare le spese dello psicologo cui chiederà aiuto per lo stato di prostrazione in cui è caduta la minore dopo il fatto, per un totale di 500 euro. Le truffatrici, tuttavia, sono andate oltre.

Per rendere più credibile e minaccioso il fatto, inscenano per telefono una denuncia alla locale Questura, fingendo di far comunicare un funzionario dell’ufficio minori (ovviamente di sesso femminile) inventandosi un nome di fantasia, peraltro simile a quelli di note fiction televisive. 

La “falsa funzionaria” assume toni concilianti, quasi materni, consigliando i denuncianti di pagare le spese per evitare che si proceda con la querela, il che comporterebbe spese sicuramente maggioriLa finta poliziotta si rende disponibile anche a fare da tramite con la denunciante, convincendo quindi a comporre il dissidio in maniera amichevole, dietro il pagamento della somma richiesta, per ottenere così il ritiro della denuncia in questione.

A questo punto le vittime, a seguito degli architettati convincimenti e pressioni, effettuano il pagamento della somma richiesta. Il giorno successivo, tuttavia, recandosi presso la locale Questura all’appuntamento con la predetta sedicente funzionaria, per analizzare l’intera vicenda ed avere chiarimenti in merito, scoprono che in realtà quest’ultima non esiste. Si rendono conto del reato subito e sporgono querela.

A seguito delle indagini condotte, la Polizia Postale marchigiana ha provveduto a segnalare alla Procura della Repubblica di Ancona le autrici del reato in questione che, non nuove ad analoghe illecite attività, risultano annoverare diversi casi specifici, posti in essere proprio con il medesimo e descritto modus operandi.

In questo periodo le richieste di amicizia sui social si stanno diffondendo tantissimo, complici il caldo e la minore voglia di uscire se si è in città, la maggiore disponibilità di tempo dovuta all’inizio o all’avvicinarsi delle ferie estive, l’allentamento delle restrizioni e della tensione dovuti all’uscita dal lockdown. Non solo su Facebook e su Instagram, ma anche Skype, WhatsApp, Telegram e tutti i canali di “instant messaging”, dove si riversano le richieste di conversazioni private e soprattutto di immagini. Le vittime sono professionisti, imprenditori, studenti, operai e non solo, di quasi tutte le fasce d’età.

La Polizia Postale invita alla prudenza e alla cautela nell’accettare proposte di amicizia, nell’intessere storie sentimentali, anche di lunga data, quando non si può verificare l’effettiva identità del soggetto con cui ci si intrattiene. Quindi, occorre verificare chi sono i “contatti” della ragazza che ci sta contattando: se sono tutti di sesso maschile, se tra di essi ci sono molti dei nostri stessi “contatti”, occorre insospettirsi. A maggior ragione se il profilo della ragazza è stato aperto di recente, se parla un italiano un po’ stentato, se è bellissima e sfortunata o bellissima e disponibile. 

Verificare sempre, perché prevenire è meglio.

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