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Cronaca

JESI MIELE IL GATTO E MILO IL PINCHER NANO SBRANATI: LA RABBIA E IL DOLORE DELLE LORO FAMIGLIE

JESI, 25 giugno 2016 – La buona notizia, si fa per dire, è che l’Amstaff, il cane responsabile della morte per sbranamento di Miele il gatto e di Milo, il cagnolino Pincher nano, è stato trasferito in una apposita struttura e tolto alla proprietaria, dopo un esposto al Sindaco, all’Asur e alla Polizia Locale.

I fatti, come avevamo riportato, risalgono alla tarda serata, le 20.40, di martedì 21. Ma il giorno dopo, il 22, stesso copione, un’altra vittima, il Pincher nano, finito anche lui tra le fauci del suo simile.

Due storie, due identici dolori. E tanta rabbia.

Miele – ci dice molto scossa la proprietaria – era uno di famiglia, la mascotte del centro storico. Ipovedente ma abituato a muoversi tranquillamente. Era con noi da una decina d’anni, era stato abbandonato, maltrattato, e lo avevamo accolto con tanto amore“.

Miele

Miele

Prima dell’aggressione “mio figlio ci aveva giocato poi, quando Miele dopo la solita passeggiatina stava ritornando a casa, è successo l’impensabile. Mi hanno riferito che la proprietaria ha lasciato che il suo cane lo aggredisse, non aveva la museruola,  e con il mio gatto ancora in bocca lo ha accompagnato sino ai giardinetti vicino alla Rincrocca. Qui glielo ha strappato di bocca e lo ha lasciato lì, andandosene. Non so cosa avrei fatto se ci fossi stata… “.

“Miele era il mio tenero amico a quattro zampe. Mi aspettava quando rientravo, dormiva con me. Se preparavo una valigia per un viaggio lui ci si nascondeva dentro, per non lasciarmi andare. Un gatto speciale. Mi hanno portato via un pezzo di cuore…

Quindi l’incontro, il giorno successivo, con lo stesso cane e la stessa proprietaria. Davanti alla farmacia di largo Grammercato.

“Ho visto mia sorella, che è responsabile delle guardie zoofile di zona, parlare con quella. Ho subito realizzato, ma quando mi sono avvicinata mentre sentivo farfugliare giustificazioni ho notato che il cane aveva il muso insanguinato. Poi ho saputo che mezz’ora prima aveva ammazzato un pincher“.

Milo, il Pincher nano, un anno e mezzo, 30 cm di altezza, era ai giardini del Vallato, verso le 17.30. Con la proprietaria e sua figlia.

“C’era poca gente – rammenta la mamma con la voce rotta dal ricordo terribile di quegli attimi – qualche bambino che giocava e alcuni cani, in lontananza. Ci siamo sedute su una panchina e l’ho sciolto per farlo stare più comodo vicino a noi. In quel momento è passata la donna con l’Almstaff, al guinzaglio ma senza museruola. Milo ha abbaiato, l’altro ha risposto. Ma in una frazione di secondo l’ho visto tra le fauci dell’altro cane. Una scena bruttissima, raccapricciante. Noi gridavamo, anche l’altra ha urlato al suo cane di lasciare la presa. Invano. Scuoteva il mio Milo da destra a sinistra come un pupazzo di pezza. Ho subito pensato che me lo avrebbe spaccato in mille pezzi“.

Milo è stato lasciato solo quando “mi sono ricordata non so come, vista la situazione, che quel genere di cani difficilmente mollano la presa. Ma una possibilità poteva essere quella di gettargli acqua sul muso. Avevo una bottiglietta nella borsa e così ho fatto. Ho urlato e pianto e intanto la gente si è avvicinata. Poi ho chiamato la Polizia Locale. Nel frattempo Milo era morto. E’ morto vicino a me“.

Il veterinario le ha poi detto che gli era stato perforato un polmone, lesionata un’arteria e fracassata la gabbia toracica. Uno scempio. Anche stavolta. E anche stavolta senza museruola, nonostante i precedenti.

Non può, non deve finire così….“.

L’ordinanza (2009) del Ministero della Salute afferma che «il proprietario di un cane è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e ne risponde, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali o cose provocati dall’animale stesso».

Vanno adottate anche precise disposizioni preventive, vale a dire «utilizzare sempre il guinzaglio a una misura non superiore a 1,50 metri durante la conduzione dell’animale nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico», occorre portare sempre una museruola, rigida o morbida, che va applicata in caso di rischio all’incolumità altrui. E ci fermiamo qui, anche se c’è dell’altro. Come il ripulire sempre i loro bisognini.

Ora è palese che andarsene a spasso con un Chihuahua o un Pastore Maremmano non è la stessa cosa anche se le cautele da adottare valgono per tutti.

Michele Marchetti, in "veste" di agility dog

Michele Marchetti, in “veste” di agility dog

Michele Marchetti, di Chiaravalle, addestratore cinofilo e di educazione base avanzata (anche a domicilio) e agility dog, ci spiega che “il 90% dei cani non ha nessun tipo di educazione che, invece, è essenziale. Anche per i piccoli. Non si fanno distinzioni. Il cane grande, ovvio, è iperattivo, ha bisogno di sfogarsi. Ma nessuno è cattivo. Quando si muovono hanno più irruenza, per questo bisogna saperli gestire, perché basta un morso…“.

Inoltre, sottolinea Marchetti “il padrone deve sempre avere la gestione del cane considerando che in casa la situazione è diversa da fuori dove ci sono tante distrazioni che potrebbero farlo diventare ingestibile. Tutto cambia. E’ facile educare il cane che deve saper rispondere ai comandi base, è il proprietario che deve imparare a dare sempre continuità alla stessa gestione dell’animale”.

C’è poi la questione della razza che, comunque, implica serie considerazioni perché “quando si adottano cani di un certo tipo – Pitbull, Rotweiler – il primo passo è essere bene informati, sapere con chi si ha a che fare. La scelta va fatta in base alla situazione familiare. Già da piccolo il cane dovrebbe essere seguito da un addestratore o educatore, un corso di 4 mesi per 10-12 incontri servirà alla corretta gestione dell’animale, cosa che dovrà continuare anche a casa, in città. Il proprietario deve sempre fare in modo di sapere come camminare al guinzaglio con il suo cane, per evitare qualsiasi tipo di problema”.

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