Segui QdM Notizie

Opinioni

JESI Abbiamo spalancato le porte al virus

«Questa seconda ondata di covid era prevista, colpa della leggerezza di tutti, fragili nella carne e nelle coscienze»

JESI, 29 ottobre 2020 – Si poteva e non è stato fatto.

Potevamo essere più cauti, tutti. Si potevano creare sin da subito le condizioni di messa in sicurezza di ospedali, scuole, trasporti, locali pubblici, controlli. Soddisfare le esigenze economiche e delle famiglie.

Questa seconda ondata del covid era prevista. Potevamo arrivarci  meglio se tutte quelle buone intezioni politiche fossero state attuate sin da subito.

Maria Teresa Chechile, l’infermiera poetessa

La prima volta ci ha colti impreparati. La seconda è colpa della leggerezza di tutti. Non si è mai fatto abbastanza quando quel fare non è mai partito da un comando imperativo che, declinato, si chiama responsabilità collettiva. Il famoso bene comune, a difesa della salute, bene supremo, è quel segnale inevitabile che trova ragione e fondamenta nel creare condizioni ottimali di attuazione e non di adeguamento.

Non ci si può adeguare solo per convenienza e non si deve fare solo per tornaconto. Mi sono sempre sentita in questi mesi, in qualità di operatore sanitario, un mezzo e non un protagonista per calcare scene di un male comune. La rappresentatività teatrale di una tragedia greca annunciata, con maschere pirandelliane, ha trovato la sua giusta collocazione, tra veridicità e falsi miti.

Gli eroi sempre meno eroi, e le cicatrici di una società anzitempo malata, hanno spalancato le porte al virus. Non solo a quello sanitario ma anche a quello di un sistema fragile, quanto lo siamo noi stessi.

Nella carne e nelle coscienze.

Maria Teresa Chechile

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Continua a leggere

News