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Cronaca

JESI Afghanistan: mozione in Consiglio per la protezione e l’accoglienza

Presentata dal gruppo consiliare Jesi in Comune sarà discussa nell’assise cittadina di oggi 16 settembre, che si terrà in presenza

JESI, 16 settembre 2021Protezione e accoglienza delle persone provenienti dall’Afghanistan: è firmata dal gruppo consiliare Jesi in Comune la mozione che sarà discussa domani giovedì 16 in Consiglio comunale.

Jesi in Comune

Un atto con il quale si chiede al Sindaco e alla Giunta di «rendere disponibili spazi adeguati da destinare all’accoglienza del possibile flusso di richiedenti asilo e a elaborare un piano di accoglienza con le associazioni accreditate del Terzo Settore. A farsi parte attiva nei confronti della Regione Marche perché svolga un ruolo di organizzazione e coordinamento e anche nei confronti del Governo nazionale affinché siano garantitite forme di protezione internazionale alle persone già presenti in Europa e in Italia che rischiano di essere rimpatriate. Ad unirsi all’appello dell’Anci affinché si potenzi la rete di accoglienza nazionale con risorse mirate, per poter accogliere e inserire le famiglie che rientrano e rientreranno nei programmi di protezione del Governo, concordati con l’Unione Europea e con la comunità internazionale».

L’Afghanistan da due secoli a questa parte è stato un Paese preda dell’espansionismo di altre nazioni e, di recente, il ritiro delle truppe Usa e Nato, nell’ambito del quale è avvenuto anche il rientro in patria del contingente militare italiano, ha causato una grave emergenza umanitaria a seguito dell’immediato ritorno al potere dei talebani.

«Migliaia di persone, soprattutto donne, oppositori del nuovo governo e membri di minoranze etniche hanno lasciato o tentano di lasciare il paese per evitare persecuzioni e abusi da parte del nuovo regime che, nonostante le promesse, si annuncia oppressivo e violento», si legge nella mozione.

«Occorre prestare aiuto in particolare alle donne, sistematicamente violate nella loro dignità, e ai giovani ai quali sono negati il presente e il futuro. Ogni istituzione, locale e nazionale, deve fare la sua parte, non solo per esercitare pressioni in ambito internazionale, ma anche per garantire l’accoglienza nel proprio territorio, coinvolgendo le organizzazioni che si occupano di accoglienza e integrazione».

Eleonora Dottori

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