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JESI AL “CARLO URBANI” IL PRIMO AMBULATORIO DI RICONCILIAZIONE FARMACOLOGICA

Prenderà l’avvio in settembre: progetto innovativo rivolto ai pazienti soggetti a troppi farmaci

JESI, 11 luglio 2019 –  Presentato questa mattina all’ospedale Murri il primo ambulatorio di Riconciliazione Farmacologica, unico nel suo genere in tutta l’Asure che opererà all’interno dell’ospedaleCarlo Urbani“.

Presenti il direttore sanitario, Nadia Storti, il neo direttore dell’Area Vasta 2, Giovanni Guidi, il direttore del dipartimento medicina Av2, Marco Candela, il direttore del sevizio farmaceutico, Marco Grinta, Valentina Ramazzotti, Uoc medicina interna di Jesi e Guglielmo Cherubini, di medicina generale, il sindaco di Jesi, Massimo Bacci (foto in primo piano) che ha portato i suoi saluti e che ha sottolineato come «pur non nascondendo che ci siano criticità va dato un messaggio positivo all’esterno, La mia presenza è a supporto di chi opera nella sanità con risultati e abnegazione»

«Si tratta di un progetto innovativo nel quale l’Asur crede molto e che nasce da una serie di studi e approfondimenti legati al tema dell aspettativa di vita e dell’assunzione di farmaci», è stato detto. E sarà l’Unità operativa complessa di Medicina Interna del Presidio ospedaliero di Jesi, diretta dal dottor Marco Candela, a indirizzare uno dei suoi ambulatori internistici divisionali a questa criticità, grazie anche all’opportunità di adozione dello strumento intercheck, nell’ambito di un’importante collaborazione in corso con l’Istituto Mario Negri di Milano.

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Marco Candela, Guglielmo Cherubini, Valentina Ramazzotti

L’attività dell’ambulatorio prenderà avvio dal prossimo mese di settembre sarà gestito da un medico internista, uno di medicina generale del Distretto di Jesi e un farmacista ospedaliero, e sarà attivabile in pazienti politrattati (ovvero con un numero di farmaci prescritti superiore a 7), attraverso specifica impegnativa recante la dicitura “Visita Internistica – Ambulatorio Riconciliazione Farmacologica.

Il favorevole prolungamento dell’aspettativa di vita raggiunto negli ultimi anni ha comportato una crescita esponenziale di pazienti polipatologici, soggetti a prescrizioni di molti farmaci, purtroppo responsabili di eventi avversi o interazioni farmacologiche. La Medicina interna e la medicina del territorio hanno le carte in regola per limitare questa problematica, sia per la frequentissima osservazione di questa specifica fetta di popolazione, sia mediante una visione globale del paziente e non di somma matematica di singoli trattamenti di plurime condizioni patologiche. Il progetto consentirà d’introdurre percorsi virtuosi di “de-prescrizione”, quale atto medico formulato in base a criteri consolidati in letteratura e in grado di guidare un importante aspetto dell’appropriatezza terapeutica ovvero la prevenzione della “patologia da farmaci”».

All’argomento, di strettissima attualità, verrà dedicato inoltre uno specifico evento formativo il prossimo 18 settembre, a Jesi, dal titolo: “Less is more: più facile prescrivere che deprescrivere”, al quale sono invitati a partecipare medici e specialisti. Nella circostanza saranno trattate le tematiche della “polipatologia”, degli atteggiamenti iperprescrittivi, del fenomeno di “add on therapy” che risulta spesso legato ad un altissimo rischio di cedere all’assioma “un sintomo, un farmaco”, al fine di limitare e, auspicabilmente, prevenire l’incessante proliferare di condizioni nosologiche legate a eventi avversi o interazioni farmacologiche, spesso motivo nella popolazione anziana di ospedalizzazioni o esiti sfavorevoli.

Insomma, per dirla come alla fine ha precisato proprio il dottor Candela: «Il farmaco giusto, al paziente giusto, al momento giusto».

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