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JESI Al “Galilei” il progetto Erasmus Yeseu

Ospiti 30 studenti provenienti da Spagna, Germania, Olanda, Svezia: le mobilità internazionali costituiscono un momento importante di incontro e di scambio culturale

JESI, 21 febbraio 2020 – In un mondo sempre più connesso e interdipendente è un obiettivo prioritario della scuola aprire agli studenti nuovi orizzonti. Per questo l’Istituto di istruzione supriore Galilei cerca di potenziare e sviluppare iniziative di internazionalizzazione come i progetti Erasmus + multilaterali.

È in questa direzione che, nella settimana dal 9 al 15 febbraio, il Galilei ha ospitato la prima fase della mobilità del Progetto Erasmus multilaterale denominato Yeseu che è l’acronimo che riassume il nome del progetto: Young Europeans for a Susteinable Europe.

Sono stati oltre 30 gli studenti ospitati dalle famiglie della scuola provenienti da 4 Paesi: Spagna, Germania, Olanda, Svezia e 18 i ragazzi del Les coinvolti nel progetto.

Le mobilità internazionali costituiscono un momento importante di incontro e di scambio culturale che allarga gli orizzonti dei giovani. Inoltre gli studenti coinvolti possono fare esperienze didattiche diverse e creative: questo progetto in particolare, si propone di lavorare con la metodologia didattica del design thinking, metodologia mutuata dal settore del design industriale e poi proposta anche dalla Stanford University, in ambito educativo. Nel design thinking il focus è trovare una possibile soluzione a un problema, sviluppando le abilità progettuali degli studenti e soprattutto le competenze collaborative.

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Gli studenti italiani e stranieri si sono confrontati sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals) che le Nazioni Unite hanno previsto nell’Agenda 2030. In particolare gli studenti delle classi seconde Les, coinvolti nel progetto, hanno sviluppato riflessioni, proposte e soluzioni sui primi 5 goals: sconfiggere la povertà, sconfiggere la fame, garantire a tutti salute e benessere, assicurare un’istruzione di qualità e promuovere la parità di genere.

Dai ragazzi sono arrivate soluzioni interessanti e soprattutto pratiche, quali: app per riflettere sugli stereotipi di genere, creazioni di brand e hashtag per campagne social, design di tshirt per promuovere e sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi connessi all’Agenda 2030.

Oltre a tutto ciò non bisogna dimenticare che tra gli obiettivi dei progetti Erasmus, finanziati dalla Comunità Europea, c’è quello di potenziare la comunicazione tra studenti di varia nazionalità: infatti la lingua veicolare nelle sessioni di lavoro è l’inglese, per cui i ragazzi hanno lavorato e si sono confrontati in una lingua diversa dalla propria.

Gli studenti e i docenti stranieri hanno anche avuto due giornate a disposizione per conoscere il nostro territorio: nell’ambito del progetto sono state organizzate visite guidate alle grotte di Frasassi e alle città di Jesi e Ancona, ma anche momenti ricreativi, come una serata in pizzeria e al bowling e una bellissimo welcome party.

Uno scrittore sostiene che vi è un’unica regola del viaggio: non tornare come si è partiti. Questi ragazzi sicuramente torneranno “diversi”e sicuramente arricchiti nelle loro scuole e nei loro Paesi.

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