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JESI AL “GALILEI” RICORDATI GLI EROI TRUCIDATI DALLA MAFIA

JESI, 20 ottobre 2018 – Nella scuola italiana i libri di storia non riportano ancora vicende, fatti e personaggi che hanno segnato questi ultimi anni; eventi che i nostri ragazzi conoscono molto superficialmente attraverso le scarse notizie di stampa che si soffermano sui fatti più eclatanti senza allargare la visuale su certa società. Ieri mattina (19 ottobre) un nutrito gruppo di studenti dell’I.I.S. “Galileo Galilei” ha ascoltato episodi avvenuti in una zona della nostra Italia per poi diffondersi in tutta la nazione ed anche nel mondo; il Generale dei Carabinieri in congedo, Angiolo Pellegrini, ha raccontato ai giovani le sue esperienze vissute durante il periodo durante il quale ha prestato servizio in Sicilia; ha parlato della trasformazione della criminalità locale – la Mafia – da gruppo di criminali che operavano quasi esclusivamente per lucro a organizzazione infiltrata nelle maglie della società civile e politica.

Ma andiamo con ordine. L’iniziativa di chiamare a Jesi il generale Pellegrini è stata dell’avvocato Alessandra Antonelli, coordinatrice e portavoce del gruppo “Agende Rosse” intitolato al generale “C. Alberto Dalla Chiesa e E. Emanuela Setti Carraro”.

L’idea di ospitare il Generale è stata accolta favorevolmente dal dirigente scolastico del “Galilei” Floriano Tittarelli che ha anche invitato i rappresentanti locali delle forze dell’ordine (il capitano comandante la compagnia della Guardia di Finanza ed il sottufficiale comandante la stazione carabinieri di Jesi). Dopo i saluti da parte del dirigente scolastico nella sala è sceso il silenzio che ha testimoniato l’interesse dei ragazzi a quanto, con dovizia di particolari, stava raccontando Pellegrini. E così di fronte agli occhi dei ragazzi si sono materializzati i tanti omicidi eccellenti operati dalla  Mafia, sia in Sicilia che altrove. Ecco risuonare nell’aula nomi come Chinnici, Dalla Chiesa, Cassarà, Montana e tanti altri operatori di giustizia che sono rimasti fedeli al giuramento fatto alla Patria.

Ha anche parlato dell’evoluzione della mafia da quella che era negli anni ’80 del secolo scorso, quando, allora Capitano dei Carabinieri, Pellegrini comandava la sezione anticrimine dell’Arma. Ha parlato della tante (troppe) collusioni tra la mafia e la politica, tra la mafia ed i mondo economico, delle troppe volte in cui le forze dell’ordine si sono viste impossibilitate ad agire secondo la legge . “Potevamo arrestarli tutti, mafiosi e pezzi infedeli dello Stato, ma qualcuno, ai piani alti, sul più bello, si è tirato indietro”.

Con dovizia di particolari e avvalendosi di registrazioni video, Pellegrini ha ricostruito alcuni terribili episodi di omicidio, come quello del generale Dalla Chiesa, rimasto solo a combattere la mafia. Ha parlato del lucroso smercio di sostanze stupefacenti alla malavita d’oltre oceano, così come dei ricatti perpetrati ai danni di coloro che, pur di sedere su un posto di responsabilità pubblica non si tirava indietro se dopo la malavita lo ricattava.

Dopo questa lunga e seguita narrazione il Generale ha concluso il suo intervento invitando studenti e studentesse presenti a seguire la strada della legalità a qualunque costo.

(s. b.)

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