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Cronaca

JESI Al rombo delle moto l’addio a Marco “Panda” Novelli (video)

Il crossodromo in località Acquasanta ha accolto il feretro del pilastro dell’Enduro marchigiano, l’immenso abbraccio di una folla commossa

JESI, 26 ottobre 2020Tante parole, tante bellissime parole, messe in fila per rispolverare ricordi, in un pomeriggio triste ma pieno di affetto e commozione per quanti si sono stretti, ed erano davvero tanti, attorno al feretro di Marco Panda Novelli, deceduto a causa di un incidente stradale mentre era in sella alla sua moto. [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”266703″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]

La sua grande figura di maestro dell’Enduro marchigiano, «una cupola di protezione per noi enduristi», e quella di uomo. Persona speciale che, come tutte quelle che lasciano un segno in vita, quando non ci sono più lasciano anche un grande vuoto.

Un organizzatore, promotore, educatore, un influencer della moto. Che non si tirava mai indietro, che credeva in questo sport e nei ragazzi che seguiva. E al quale – ha ricordato il presidente regionale Uisp Marche – verrà dedicato un trofeo in sua memoria.

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Funerali civili, nello scenario del crossodromo Acquasanta, in Comune di San Marcello, all’aria aperta, tra brezza, sole e qualche nuvola, per un ultimo sguardo a un luogo amato.

Lo hanno commemorato gli amici, i Moto Club, quanti lo conoscevano da molto o da poco tempo, stringedosi alla famiglia, lo hanno reso presente, facendolo fermare ancora, per un po’, in mezzo a loro. Con la platea delle moto giunta a rendergli omaggio e che aveva preceduto il feretro all’arrivo nella spianata tra il verde dove era stato allestito l’altare laico, adornato da una moto, il casco, i fiori, la foto, i suoi ragazzi intorno.

Quando le parole sono arrivate, dapprima strette in gola, ognuno, al microfono, ha condiviso quello che aveva nel cuore.

«L’anima è in vita quando ci ricordiamo di chi non c’è più. Lui ci sarà sempre, in una moto accesa, in giro con noi».

«Aveva una risata contagiosa, ricordiamolo anche così, lui che è stato un grande esempio per i ragazzi, un padre per loro».

«Il Panda non è morto e rimarrà un esempio di altruismo e passione. Lui è fra i rami, le foglie, le montagne, dove gli piaceva andare e dove lo incontrerò spesso».

Un altro andare iniziato, comunque, come sempre e come era giusto che fosse, al rombo delle moto, che alla fine, tutte, all’unisono, per circa due minuti, hanno cantato per lui.

«Ciao Marco, alza il cavalletto, gas, e buon viaggio».

Pino Nardella

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