Segui QdM Notizie

Attualità

JESI ANDREA MOLESI: VIAGGIO DAL ‘CARLO URBANI’ AI GHIACCI DELL’ANTARTIDE

JESI, 17 aprile 2018 – Non capita certamente a molti trascorrere anche un breve periodo in una “terra” inospitale, abitata soltanto da pochissime specie di animali (pinguini di Adelia, pinguini imperatore, foche), caratterizzata da lunghissimi periodi di neve, con temperature che possono raggiungere anche i -80°/90° e venti che viaggiano ad una velocità che può raggiungere i 300 Km/h.

dott. Andrea Molesi

Se capita di incontrare uno di questi coraggiosi e se costui è disponibile a raccontarti l’esperienza non finiresti mai di starlo a sentire.

Mi spiego. La “terra” di cui sto parlando è l’Antartide, un immenso territorio di circa 14miloni di kilometri quadrati dove, nel periodo estivo (in inverno da noi) alcune migliaia di ricercatori che operano nel settore scientifico, medico, geografico, ecc. lavorano in condizioni climatiche per noi inaccettabili.

Non è stato così per il dottore anconetano Andrea Molesi che opera all’ospedale Carlo Urbani di Jesi come anestesista rianimatore nel reparto diretto dal Dr. Tonino Bernacconi.

E proprio quest’ultimo, molti mesi addietro, espresse parere favorevole alla concessione dell’autorizzazione al Dr. Molesi di partecipare alla “XXXIII Spedizione ItaliAntartide – Estate australe 2017 – 2018” organizzata dall’ENEA.

Il suo racconto è partito dall’arrivo nella gelida isola a bordo di un piccolo aereo atterrato su una pista di ghiaccio il cui spessore varia a seconda delle stagioni (può raggiungere anche i 3 metri di spessore).

Un impatto visivo insolito quanto suggestivo che è formato da giacchio, neve e pietra; ben diverso l’impatto ambientale con le temperature che ti permettono di stare all’aperto per pochissimo tempo, onde evitare il congelamento della circolazione.

Negli oltre quattro mesi di permanenza nel campo italiano di Baia Terranova del mare di Ros (dalla metà di ottobre 2017 a metà febbraio 2018)il dottore “jesino” ha vissuto tante esperienze, soprattutto professionali e umane, compreso una caduta in acqua a bordo di una autoambulanza senza conseguenza. Ha parlato anche dei possibili rischi che corre la gente della stazione antartica come possibili epidemie dovute non solo clima, ma ad agenti portati direttamente con gli abiti ed altro dal continente.

Il dottor Molesi avrebbe continuato ancora a raccontare la sua avventura scientifica, a ricordare gli stressanti turni di lavoro che però, ha detto, ti fanno capire come gestire un piccolo gruppo di lavoro. Concludendo il suo intervento Molesi ha ringraziato quanti gli hanno consentito l’effettuazione di questa esperienza, dai vertici dell’Asur al suo diretto superiore al Carlo Urbani e …. Alla moglie ed ai figli.

Nel corso del “racconto” dell’esperienza nella sala sono arrivati il direttore dell’area vasta 2, Ing. Bevilacqua e la responsabile dell’ospedale jesino, Virginia Fedeli.

Il primo ha preso spunto dall’esperienza vissuta da Molesi che rappresenta “una certificazione dell’alta qualità  professionale del personale sanitario che opera a Jesi”; lo ha poi ringraziato complimentandosi. Complimenti sono stati espressi anche dalla Fedeli che ha sottolineato il coraggio e l’incoscienza del medico che prima di affrontare l’avventura antartica ha affrontato una lunga preparazione professionale.

 

sedulio brazzini

©RIPRODUZIONE RISERVATA

News