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Cronaca

JESI Approvato il piano sanitario regionale, la protesta non fa breccia

proteste contro il piano sanitario regionale

Sit-in davanti alla sede regionale, il comitato jesino guidato dal professor Franco Iantosca  contesta la chiusura degli ospedali nei piccoli centri dell’entroterra

 

JESI, 4 febbraio 2020 – Mentre i consiglieri regionali sono impegnati per l’approvazione del nuovo piano regionale sanitario, fuori da Palazzo Raffaello si manifesta corposa la protesta. Oltre 400 persone si sono unite con cartelli, piattaforme e striscioni per dire un forte “no” al provvedimento. Anima del sit in i comitati nati spontaneamente nei territori, da quello di Fano e Pesaro, passando per il gruppo di Fabriano, allarmato da un nosocomio cittadino che continua a perdere reparti, fino al comitato Jesino guidato dal Prof. Franco Iantosca.

Partiti politici e sindacati

Tre i pullman allestiti dai vari territori e presenti anche diversi partiti politici, con in prima linea Rifondazione Comunista, il Pci, Potere al popolo e Altra Idea di Città Ancona. Attiva e battagliera anche la federazione Anarchica Jesina. Non hanno fatto mancare il proprio appoggio alcuni delegati Sindacali del settore, mentre le organizzazioni dei lavoratori nel complesso si sono limitate ad un comunicato di contrarietà verso il piano sanitario in grembo.

No alla chiusura degli ospedali minori

Tra i punti focali della mobilitazione, la chiusura degli ospedali nei centri definì “piccoli” a favore di quelli delle grandi città, con la soppressione anche di pronto soccorsi e punti nascita, andando a ledere i diritti alle cure degli abitanti dei paesi dell’entroterra Marchigiano. Inoltre si contesta, di conseguenza, il progressivo avanzamento della sanità privata. Al centro dell’attenzione anche il nodo delle perenni lungaggini e modalità nelle liste d’attesa, con la richiesta dell’applicazione della legge nazionale n°124, secondo la quale, di fronte ad una richiesta del medico curante dichiarata con urgenza, la prestazione deve essere effettuata “intra moenia”.

La protesta non si ferma

Da segnalare come nell’occasione non vi sia stata interlocuzione tra manifestanti e legislatori, con Presidenti e Consiglieri che hanno preferito andare direttamente e senza e soste all’interno dell’aula. La protesta continuerà nelle prossime settimane – fanno trapelare gli organizzatori – e anche in vista delle elezioni regionali di primavera, il clima rimane acceso.

Marco Pigliapoco

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