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Cronaca

JESI ARRESTATO DALLA POLIZIA LO SCIPPATORE DI VIA MURA OCCIDENTALI

Potrebbe essere lui l’autore di altri reati contro il patrimonio perpetrati ai danni di donne e anziani

JESI, 11 gennaio 2019 – L’ultimo scippo di via Mura Occidentali perpetrato mercoledì 9 gennaio, è opera di un magrebino di 31 anni, B.A., nazionalità marocchina, domiciliato a Santa Maria Nuova. L’arresto lampo è stato effettuato ieri dagli agenti del commissariato di Jesi in collaborazione con quelli della questura di Ancona.

Su di lui si erano concentrati i sospetti, frutto dell’attività investigativa svolta anche alla luce di altri reati contro il patrimonio che si erano verificati in città negli ultimi tempi e che vedevano come persone offese anziani e donne.

L’abitazione del sospettato è stata perquisita, venivano sequestrati gli indumenti – con il giubbino rosso e pantaloni verdi – e gli occhiali indossati al momento del reato e due banconote da 50euro, con i numeri sequenziali, nascoste sotto un materasso dell’unica camera da letto. Inoltre le immagini della video sorveglianza rivelavano la somiglianza con l’aggressore, filmato prima e dopo lo scippo.

Gli attimi dopo lo scippo in via Mura Occidentali

Vittima dello scippo una badante russa 60enne (vedi articolo) che aveva appena ritirato 1.400 euro dalle Poste Centrali, denaro che le sarebbe servito per poter rientrare in patria ai primi di febbraio.

Il magrebino l’aveva seguita e poi scippata all’altezza del parcheggio situato prima delle scalette che conducono in viale della Vittoria. Ma la sua azione non era passata inosservata a vari testimoni che lo avevano descritto. La fuga era avvenuta a piedi, ancora verso le Poste, tra le urla e la disperazione della donna, poi il 31enne si era dileguato a bordo di un’auto di colore blu facendo perdere le proprie tracce. Auto poi rinvenuta nel piazzale retrostante l’abitazione.

La borsetta, che conteneva anche tutti i documenti, veniva comunque ritrovata la stessa mattina in via Sanzio, presso l’istituto professionale industriale.

Gli agenti sottoponevano il marocchino, risultato privo di titolo di permanenza sul territorio nazionale e già indagato per reati contro il patrimonio, a fermo di polizia giudiziaria considerato il pericolo di fuga e successivamente veniva associato al carcere di Montacuto a disposizione dell’autorità giudiziaria.

(p.n.)

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