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JESI ART BONUS: IL “NOLI ME TANGERE” RESTAURATO DALL’OTTICA CARLETTI
12 Dicembre 2019
Il grande dipinto di Pietro Paolo Aquilini custodito a Palazzo Pianetti è ritornato a splendere rivelando la firma dell’artista e l’anno in cui è stato realizzato
JESI, 12 dicembre 2019 – Dettagli importanti sono emersi dal restauro del “Noli me tangere” del pittore jesino Pietro Paolo Aquilini custodito a Palazzo Pianetti. Grazie al meccanismo dell’Art Bonus, cui ha contribuito l’Ottica Carletti, l’opera è tornata a splendere rivelando la firma dell’artista e l’anno in cui è stata realizzata.
I meriti dell’Art Bonus
«Importante intervento di restauro di beni di proprietà pubblica realizzati attraverso questo strumento finanziario, che consente al mecenate (persona fisica o azienda) di recuperare un bene storico di proprietà pubblica, ricevendo un beneficio fiscale significativo – commenta l’assessore alla cultura Luca Butini -. L’Art Bonus è importante non solo perché permette di eseguire lavori di restauro, altrimenti difficili o realizzabili in tempi lunghi, ma perché crea un legame di fiducia tra un mecenate-cittadino donatore e l’Amministrazione pubblica che tutela la proprietà di quel bene. Un percorso virtuoso che la nostra città sta vivendo da cinque anni: siamo stati i primi in Italia alla fine del 2014 a utilizzare l’Art Bonus per il restauro del supporto ligneo della Deposizione di Lorenzo Lotto. Riempie il cuore e ci rende orgogliosi che jesini ritengano di dover destinare una parte delle loro finanze alla tutela del bene pubblico».
L’olio su tela, che si trovava da tempo nei magazzini della Pinacoteca Civica, era stato inizialmente attribuito ad Arcangelo Aquilini ma il restauro ha permesso di stabilirne la paternità.
Opera di notevoli dimensioni (cm. 243X178) è tornata a splendere grazie all’Ottica Franco Carletti: «Speriamo che altre opere vengano restituite a Jesi da aziende e privati – commenta Sonia Carletti – che colgano l’occasione per contribuire alla cultura e al patrimonio artistico della nostra città».
Le novità emerse dal restauro
Diverse le novità emerse: «Grazie al restauro e alla rinnovata lettura del dipinto è stato possibile rivedere firma e datazione dell‘opera: Pietro Paolo Aquilini la realizzò nel 1660 circa, perché l’ultima cifra non è presente – spiega Katia Buratti, conservatore Museo Diocesano di Jesi -. Questa attribuzione ha permesso di eseguire la lettura dell’opera e delle iconografie presenti: vi sono un San Giacomo della Marca, figura fortemente connessa a Jesi, e Gaetano Da Thiene (all’epoca beato) presente in basso a sinistra. Il monogramma bernardiniano presente in alto al centro, ci parla di chi fu probabilmente a commissionare l’opera: la Confraternita del buon Gesù, collegata alla sede dove è stata ritrovata l’opera, ovvero una soffitta dell’orfanotrofio femminile di Jesi. Ulteriori ricerche archivistiche ci permettono di pensare che il dipinto possa provenire dalla chiesa di San Giacomo degli incurabili che era presente, prima che venisse probabilmente distrutta».
Il restauro dell’opera non è che uno degli interventi presentati ieri sera a Palazzo Pianetti: «Un secondo restauro riguarda tre lampadari in vetro di Murano conservati all’interno della Casa museo Colocci-Vespucci che hanno ritrovato il loro splendore: vetri colorati, decorazioni di foglie e fiori policromi davvero straordinari – aggiunge Romina Quarchioni, responsabile dei Musei Civici di Jesi con incarico di seguire i progetti Art Bonus -. Per il loro montaggio definitivo dobbiamo attendere il finanziamento di un altro progetto: un nuovo impianto illuminazione per un importo da 8 mila euro euro».
Prevista, inoltre, una mappatura e la segnaletica di questi siti per i turisti ma anche per i cittadini e le scuole. Sostenibile anche il progetto su una grande mostra dedicata su Raffaello e Angelo Colocci che il Comune di Jesi realizzerà nel 2020 in occasione delle celebrazioni dedicate al grande urbinate.
«L’esposizione, che sarà realizzata a Palazzo Pianetti, vedrà una parte di mostra “tradizionale” con pezzi dedicati alla riscoperta della figura di Angelo Colocci, ispiratore di Raffaello e raffigurato nell’affresco La scuola di Atene, e una parte multimediale con la ricostruzione interattiva e innovativa della Stanza della Segnatura con il grande dipinto del La Scuola di Atene che si animerà permettendo di essere fruito in maniera nuova».
Eleonora Dottori
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