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Cronaca

JESI Asmae Dachan incontra gli studenti del “Galilei”

Raccontati la Siria e Aleppo, città di provenienza del suo papà, a un pubblico molto attento 

JESI, 13 febbraio 2020 – Comunicare la sua terra d’origine, la Siria oggi devastata dalla guerra, il desiderio di tornare ad Aleppo e non solo per poter testimoniare, da giornalista, gli orrori di questo conflitto e le sue conseguenze, ma anche tante storie fatte di estremo sacrificio per l’ideale della pace.

Dachan (al centro) con il dirigente Frati e la professoressa Fiorentini

È infatti nel raccontare la Siria ed Aleppo, città di provenienza del suo papà, a un pubblico attento di studenti del Galileo Galilei che Asmae ha ritrovato la forte motivazione che la spinge, ogni volta, a tornare in quella bellissima terra distrutta dalla tirannia di pochi.

«Raccontare il Mediterraneo, in particolare la situazione in Siria, è un modo di rendere i ragazzi più consapevoli rispetto alle questioni di grande attualità» ha sottolineato Asmae Dachan accolta martedì mattina, nell’aula magna dell’Iis Galilei, dal dirigente Luigi Frati e dalla professoressa Fabrizia Fiorentini.

Di origine siriana, Asmae nasce ad Ancona dove vive, ma pur sempre pronta a tornare nella sua Siria per non far calare il silenzio sulla sua terra e sulle centinaia di vittime che ogni giorno, e spesso nel totale silenzio, la guerra miete. Le sue collaborazioni (Panorama, Avvenire, Antimafia 2000 e The Post Internazionale e non solo) parlano della sua determinazione nel raccontare il Medio Oriente ed il Nord Africa (Mona), ma anche di immigrazione, diritti umani negati come anche il dialogo tra religioni e culture.

L’ultimo riconoscimento per lei a settembre 2018 per il “Premio per la pace e l’amicizia tra i popoli” per il reportage “Porto franco” pubblicato su Panorama.

L’Università Svizzera per la Pace inoltre l’ha nominata, a vita, Ambasciatrice di Pace. Nel suo curriculum non poteva mancare il riconoscimento dalla sua terra nativa; è infatti consigliere permanente dell’Università per la Pace delle Marche e il 2 giugno scorso  è stata insignita “Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”.

La Siria ferita rivive, attraverso le parole di Asmae, nella storia del 26enne Ghiath Matar il ragazzo che manifestava pacificamente con le rose contro il regime e omaggiava in piazza i soldati siriani con rose, ma anche fiori ed acqua.

Ormai un martire nazionale ucciso, sotto tortura, nel settembre 2011 a Darayya, sobborgo di Damasco dove era nato e cresciuto. Come anche la storia di Razan Zaitouneh, l’avvocatessa 37enne rapita nel dicembre 2013 per il suo impegno nel documentare la violazione dei diritti umani dando un nome e un volto ai morti siriani.

Una testimonianza d’attualità per un giovane, ma attento pubblico che parla di storie di coraggio, di sacrificio e della paura a cui è sottoposto un giornalista di guerra.

«Il loro interesse, le loro domande, la loro partecipazione indicano un bisogno tangibile di conoscere anche questioni di cui spesso a scuola non si parla» ha aggiunto la Dachan con ammirazione.

Un modo di confrontarsi non solo sul tema della Siria, ma anche sulla professione del giornalista.

«È un mestiere che affascina – ha aggiunto – e io sono sempre felice di trasmettere ai giovani la mia esperienza».

Un grazie speciale per questa lectio viene dal dirigente Luigi Frati che ha accolto da subito la proposta della professoressa Fabrizia Fiorentini molto legata ad Asmae.

«Una profonda amicizia quella che mi lega a lei» ha dichiarato la professoressa Fiorentini che insieme al dirigente Frati condivide come questa lezione sia stata per i ragazzi e non solo, una «lezione di grande umanità».

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