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JESI BIODIGESTORE ALLA COPPETELLA: LE RAGIONI DEL NO

A Palazzo dei Convegni incontro molto partecipato organizzato dal comitato “No Jesi pattumiera delle Marche”

JESI, 11 febbraio 2019 – Grande partecipazione di pubblico ieri sera, domenica 10 febbraio, per l’incontro organizzato dal comitato cittadino No Jesi pattumiera delle Marche a Palazzo dei Convegni. L’occasione, per spiegare alla città alcuni aspetti dell’impianto del trattamento dell’umido – il biodigestore

Tanti cittadini, esperti del settore, ma anche forze politiche di maggioranza e opposizione hanno seguito l’incontro aperto da Catia Caimmi del comitato cittadino: «Abbiamo appreso indirettamente della realizzazione di questo impianto senza che ci siano state date informazione adeguate – ha detto -. Si tratterà di un impianto per il trattamento dell’umido di una portata di 100mila tonnellate, perché parte dei rifiuti arriveranno da fuori provincia (Pesaro Urbino, ndr) per una superficie complessiva di 6 ettari. L’area su cui si vuole costruire è riconosciuta dalla Regione Marche e dall’Ue come “Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale“, pertanto questa zona non è adeguata». La vicinanza con la raffineria di Falconara e la discarica di Moie ha guidato gli interventi di Nicolò Pacenti e Luca Crisante del Comitato: «Questo territorio dovrebbe essere valutato non per la logistica, ma per la “pressione ambientale” a cui è sottoposto».

«Un impianto simile sarà realizzato a Ostra – ha detto Fabio Marchetti dell’Astea -. L’impianto, se fatto bene, non è nocivo. Il residuo che ne verrà fuori dalla lavorazione del Forzu (umido e verde, ndr) diventerà compost». Tra le questioni sollevate c’è il passaggio dei camion, circa mille all’anno all’interno del quartiere: «Questo è un problema di tipo diverso» ha risposto Marchetti.  Applaudito l’intervento di Agnese Santarelli, consigliera comunale di Jesi in Comune: «La Coppetella è a vocazione agricola, ci sono abitazioni e attività commerciali, per questo è importante capire se la maggioranza in Consiglio comunale lo vuole l’impianto. Che tipo di sviluppo prevede per questa città? Incontri come questo, per spiegare alla città di che si tratta, dovevano essere organizzati dal Comune prima di andare all’Ata a dare la disponibilità per la realizzazione dell’impianto».

Tra gli altri interventi quello di Claudio Fratesi per Sinistra Italiana che ha evidenziato come «questo territorio ha bisogno di bonifiche, non di nuovi impianti» e di Massimo Gianangeli ex consigliere comunale pentastellato: «Questa storia mi ricorda quella di 10 anni fa con la Sadam».

In chiusura le parole dell’assessora all’ambiente del Comune di Jesi, Cinzia Napolitano:  «All’Ata abbiamo affidato uno studio di fattibilità per avere strumenti utili per decidere, poiché ancora non lo abbiamo fatto. Anche noi ci stiamo informando: l’opportunità che vedo è che se una comunità come la nostra da un rifiuto produce energia, è una comunità intelligente. Non sappiamo quanti saranno i mezzi pesanti che passeranno nel quartiere ma potremmo chiedere che siano a metano».

All’assessora ha replicato Angese Santarelli: «Se l’Ata fa uno studio di fattibilità su quel sito è perché il Comune ha dato preventiva disponibilità, senza coinvolgere il Consiglio comunale e i cittadini. Tanto che ne siamo venuti a conoscenza da un comunicato stampa del sindaco di Maiolati e con successiva interrogazione di Jesi in Comune in Consiglio comunale».

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