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Cronaca

JESI “Bonus Cultura”, lo studio Catani – Ricci: «Fare luce sulla vicenda»

Per i giovani clienti coinvolti «stiamo verificando la normativa e valutando la strada da seguire»

JESI, 27 maggio 2020 – Sono diversi i giovani che si sono rivolti allo studio legale Catani – Ricci dopo che si sono visti recapitare la sanzione relativamente alla spesa del Bonus Cultura.

I numeri, comunque, parlano chiaro: sono 2.503 i neodiciottenni, residenti in quattordici regioni d’Italia, individuati nell’ambito di una complessa e ampia indagine condotta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Jesi, coordinati dalla Procura della Repubblica di Ancona e denominata operazione “18App”. Hanno  fruito illegalmente nel 2017 e 2018 dello specifico Bonus Cultura.

L’avvocato Giancarlo Catani

«Stiamo cercando di fare luce sulla vicenda – spiega l’avvocato Giacarlo Catani, consulente di Cittadinanza Attiva – e stiamo verificando la normativa e valutando se consigliare una rateizzazione oppure fare opposizione. L‘acquisto dei computer, ad esempio, si è rivelato utile per tutti quei ragazzi che stanno seguendo la didattica a distanza».

Anche il portavoce provinciale di Fratelli d’Italia, Lorenzo Rabini, interviene nel merito della questione sollevata dall’indagine della Guardia di Finanza.

«I soldi dello Stato relativi al Bonus Cultura erano destinati agli studenti che, dopo aver compiuto 18 anni, potevano utilizzare una somma (500 euro) per libri, biglietti concerti, mostre, fiere, musei, spettacoli di teatro e cinema, ma nella nostra provincia gli ideatori della frode hanno coinvolto decine e decine di ragazzi che hanno invece acquistato prodotti elettronici, cellulari, playstation e altro».

«È vero che la legge non ammette ignoranza, e quindi i ragazzi o le famiglie dei ragazzi avrebbero dovuto ben conoscere ciò che era lecito acquistare con quel bonus o no, ma è altrettanto vero che la strategia dei truffaldini è stata la principale protagonista della frode con la vendita di prodotti tramite denaro che non poteva appunto essere utilizzato per quella finalità commerciale».

Secondo Rabini è proprio il caso di dire che per i nuclei familiari è «il classico “danno oltre alla beffa”».

(e.d.)

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