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Cronaca

Jesi Borgo Minonna: dal Ponte San Carlo alla donna dalla quale prese il soprannome

Oggi sotto i riflettori per la ricostruzione della struttura che attraversa l’Esino, la storia raccontata dal figlio di Anna Maria, Alberto Frezzotti, fu suo nonno ad aprire il laboratorio di facocchio e l’alimentari

di Tiziana Fenucci

Jesi, 4 novembre 2022 – Risale a oltre un secolo fa la nascita del quartiere di Borgo Minonna e le origini del suo nome sono legate a una donna. 

Minonna era la figlia di Enrico Luminari, proprietario del negozio di generi alimentari e osteria che aprì nel dopo guerra tra le poche case del quartiere

A raccontarci la storia di Anna Maria, scomparsa nel 2014, all’età di 97 anni, è proprio il figlio Alberto Frezzotti, presente alla recente riunione organizzata dall’Amministrazione comunale sul progetto di ricostruzione di Ponte San Carlo

Scuote la testa Enrico, pensando ai disagi che il lavori causeranno agli abitanti del quartiere, lui compreso, che da buon nonno a tempo pieno deve occuparsi dei trasporti del nipote alla scuola secondaria Leopardi, praticamente dall’altra parte della città.

Il quartiere è oggi pieno di famiglie e di residenti di tutte le fasce di età, si è ampliato e popolato parecchio, non come all’inizio del XX secolo, quando suo nonno Enrico Luminari, soprannominato da tutti Minonnì, aprì il suo laboratorio di facocchio, un artigiano che riparava le botti, le ruote e i carri. C’erano soltanto due case vicino a lui e la campagna intorno. Solo nel dopoguerra cominciarono a spuntare nuove costruzioni e Minonnì decise di aprire un negozio di generi alimentari e osteria, che divenne fonte di lavoro per tutta la famiglia

Si sparse la voce che i prodotti che vendeva erano buoni e genuini, provenivano dai contadini della zona, spesso gli stessi che dovevano pagargli in qualche modo le riparazioni dei carri. All’alimentari arrivarono anche gli abitanti dei dintorni e un giorno arrivò a servire al bancone, la figlia di Enrico, Annamaria Luminari, giovane e bella, da quel giorno soprannominata Minonna, per proseguire la tradizione del soprannome paterno.

Anna Maria Luminari, “Minonna”

La fama dell’alimentari di Minonna, ormai punto di riferimento della zona, diede il nome all’intero quartiere.

«Ricordo che quando ero piccolo – racconta rAlberto Frezzotti – passavo molto tempo all’alimentari e al campo di bocce lì a fianco, dove giocavano i grandi. Spesso venivano anche i nomadi della famiglia Di Rocco, molto conosciuta a Falconara, giocavano e bevevano tutto il pomeriggio, poi il capofamiglia andava a pagare il conto».


«L’alimentari attirava tante persone, perché i prodotti erano buoni. Di sera si mangiava fuori, nelle tavolate sotto casa. Adesso abito nella casa a fianco a quella dove viveva mio nonno. La nostre due abitazioni e quella di fronte, furono le prime del quartiere». 

Alla domanda su cosa ne pensa dei lavori di ricostruzione del Ponte San Carlo, risponde che «per me che sono nonno e porto tutti i giorni mio nipote a scuola, il disagio sarà grande. L’ideale sarebbe riuscire ad avere a disposizione la strada di guado, accessibile almeno a noi residenti. Ma la mia preoccupazione resta anche la viabilità in via Roma, che in alcune fasce orarie è già congestionata adesso, con il ponte aperto, figuriamoci dopo! Anche il traffico su via Esino sarebbe difficile, visto che la strada è stretta e non è adatta a sostenere un traffico consistente. Un’altra buona ipotesi di cui si parlava all’incontro con il Comune, sarebbe quella di organizzarsi con gli autobus pubblici per il trasporto dei bambini a scuola, sono ipotesi da valutare. Stiamo a vedere nel prossimo incontro cosa proporrà l’Amministrazione».

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