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Cronaca

JESI BRACCONAGGIO IN VALLESINA: SEI INDAGATI OLTRE UN DIPENDENTE DELLA POLIZIA PROVINCIALE

JESI, 21 ottobre 2017 – Sono sette gli indagati per bracconaggio, tra questi anche un dipendente della Polizia Provinciale.

E’ questa la sintesi di una operazione condotta da ben 26 Carabinieri del Nucleo investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Ancona e dei Comandi della Provincia di Ancona.

Il gruppo di militari, su disposizione del sostituto Procuratore della Repubblica di Ancona, Dr. Rosario Lionello, hanno eseguito una serie di perquisizioni nell’ambito di una indagine complessa riguardante attività illecite di cattura, maltrattamento ed uccisione di animali.

Nel mirino dei Carabinieri Forestali Marche alcune persone residenti in centri collinari della Vallesina dei quali non sono state rese note le generalità.

Le perquisizioni hanno portato al sequestro di numerose prove quali: 7 lacci per la cattura di cinghiali e caprioli, due teste mozzate di capriolo, un fucile e 835 munizioni, sei richiami elettronici vietati, 45 porzioni congelate di selvaggina e attrezzi per la macellazione di animali.

Queste, nel dettaglio, i risultati delle perquisizioni. Nel corso dell’indagine è emerso che uno dei soggetti accusati di bracconaggio, già tenuto sotto osservazione dai Carabinieri forestali mentre svolgeva attività illegale, è stato trovato in possesso dei 7 lacci, vario materiale strumentale per la macellazione della selvaggina oltre a numerose porzioni di carne di ungulati congelata. Dalla perquisizione di tre appartamenti occupati da altrettanti personaggi coinvolti, tra i quali anche quello del dipendente della Polizia Provinciale, sono emerse le 45 porzioni di carne congelata appartenente a selvaggina di vario genere.

Dagli accertamenti successivi è emerso che il dipendente della Provincia avrebbe rapporti di parentela con uno dei tre segnalati.

Altri due soggetti sono stati trovati in possesso di munizioni non denunciate, per un totale di 835 unità che sono state poste sotto sequestro unitamente ad un fucile.

Dalle perquisizioni sono emersi anche 6 richiami elettronici il cui uso è vietato dalla legge ed un visore notturno. Il tutto, logicamente, è stato posto sotto sequestro.

Tutti i protagonisti della vicenda illegale rischiano le pene previste dal Codice Penale per i delitti di uccisione e maltrattamento di animali e per il reato di Bracconaggio; rischiano fino a due anni di reclusione.

Non solo, due dei bracconieri rischiano ancora la pena aggiuntiva per la mancata denuncia di detenzione di munizioni a palla e detenzione abusiva di munizioni spezzate in numero superiore a quello consentito.

Per l’agente della Polizia Provinciale la pena prevista è ben più grave di quella che rischiano i suoi “compari”.

s.b.

 

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