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Cronaca

JESI Bruce, il gatto che va in chiesa tutte le mattine

Trovato, curato e salvato poi  lasciato dal precedente proprietario, per motivi di lavoro, a una famiglia di parrocchiani:  felino curioso, indipendente, grande cacciatore e che gira col Gps

JESI, 21 giugno 2020 – E pensare che il precedente proprietario era stato costretto, per salvarlo, a tenerlo in casa per le condizioni di salute apparse subito disperate e in questo modo è vissuto per diverso tempo. C’è stato bisogno, poi, di educarlo a uscire.

Adesso Bruce, gatto di quasi due anni – il prossimo mese di agosto – bisogna andarselo anche a cercare, la sera. Ma prima, la mattina, si reca regolarmente in chiesa.

Bruce vive ora con una famiglia di parrocchiani del Duomo, residenti nel centro storico, che lo hanno adottato quando il precedente proprietario – il quale lo aveva trovato sul ciglio della strada insieme ai suoi 6 fratellini nel settembre del 2018 – se n’è dovuto andare per lavoro all’estero. Non prima, però, di provvedere ad accasarli tutti, trovare una famiglia a ognuno di loro. Tranne Bruce.

«Bruce era in condizioni pietose quando l’ho preso – ricorda il precedente padrone -, quindi per due settimane l’ho tenuto con me come se fosse un figlio fino a quando non si è reso necessario il ricovero in una clinica di Jesi. Ma alla fine il mio guerriero si è ripreso completamente, l’ho riportato a casa e siamo rimasti insieme per sei mesi. Non era possibile, farlo uscire perché era, comunque, un micio debilitato e il tempo, con le basse temperature, consigliava di tenerlo al caldo».

Ma l’inverno non dura per sempre e così «all’arrivo della primavera con l’aiuto della vicina di casa abbiamo iniziato a fargli assaporare la sua nuova vita, abituandolo a stare fuori nella zona pedonale vicino casa. Abbiamo, poi, raggiunto un tale livello d’intesa, io e lui, che che la mattina mi accompagnava all’auto e la sera, con un fischio, rientrava».

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Poi la chiamata di lavoro all’estero e il trasferimento. La soluzione, prima di partire quel 10 maggio, «lasciarlo alla mia vicina di casa con la quale aveva instaurato un bel rapporto oltre ad aver coltivato una passione per la sua gatta, con la quale è inseparabile a tutt’oggi».

Un micio trovato quasi in fin di vita recuperato alla vita «e quando me ne sono andato l’ho lasciato in perfetta salute e torno a trovarlo ogni volta che posso».

Riacquisite le forze, realizzato il cambiamento, dunque, anche Bruce è cambiato. La sua giornata tipo: colazione a casa appena sveglio, poi direzione Piazza Federico II, visita al palazzo vescovile, prima dal vescovo poi al primo piano, di sotto, al vicariato. Il giardino del palazzo, ovviamente, una delle mete preferite. Quindi, si fa vedere alla messa del mattino, girando tra le panche – dove si ferma anche a riposare, a dire il vero – e tra i fedeli che ormai sono abituati alla sua simpatica e cordiale presenza. Non disdegna carezze da nessuno, strusciandosi con tutti, quando può.

Successivamente capatina al museo diocesano, lì vicino, e ritorno a casa. Qando era aperta la mensa della Caritas addirittura pranzava lì.

«Oltre che gatto cacciatore, non ci sono più topi, lucertole o altri animali nei dintorni di casa – dicono dalla nuova famiglia –  è molto curioso e questo è causa del fatto che spesso siamo costretti ad andare a cercarlo in giro per Jesi perché la sua curiosità a volte lo tradisce e rimane bloccato in qualche garage o cantina. Per questo è stato dotato di Gps dal precedente proprietario, quando capitò che si smarrisse». Gps che porta regolarmente al collo.

Per Bruce la vera vita è iniziata non da molto e se ne ha sette da spendere…

Pino Nardella

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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