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Cronaca

JESI Caterpillar, Adelmo Cervi: «Il mio cuore sempre con voi» (video)

Al presidio in festa di sabato ha partecipato portando la sua solidarietà anche il figlio di Aldo, uno dei sette fratelli trucidati a Reggio Emilia dai repubblichini nel 1943

JESI, 17 gennaio 2022 Presidio in festa, quello alla Caterpillar, sabato pomeriggio, dove ci si è ritrovati insieme per una merenda operaia, la proiezione di un video che ha percorso tutta vicenda aziendale dall’annuncio, del 10 dicembre, della delocalizzazione con conseguente mobilità delle maestranze, e musica con il Riciclato Circo Musicale e il gruppo Comunanza Canora, tutti amici che cantano e propongono brani popolari e di lotta.

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E c’era anche un ospite d’onore, Adelmo Cervi, 78 anni, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli fucilati dai fascisti della appena nata Rsi al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre 1943. Lui, allora, aveva appena 4 mesi.

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Reduce da Camerino, dove aveva presenziato al congresso provinciale dell’Anpi – e il giorno dopo, ieri domenica, sarebbe stato anche ad Ancona per lo stesso appuntamento – è arrivato con la sua Subaru Colt targata Re, subito accolto con entusiasmo, circondato da tanti si è soffermato alla merenda.

Adelmo Cervi porta sempre con sé il libro che ha scritto – con Giovanni Zucca – e che presenta in giro per l’Italia, Io che conosco il tuo cuore, la storia di un padre partigiano raccontata dal figlio.

Il suo intervento era atteso, e lui non si è smentito, portando tutto il suo spirito combattivo, la sua solidarietà arrabbiata e partecipata per una vertenza che vede ancora una volta pagare lo scotto più alto dai lavoratori, a dispregio di quanto sancisce la nostra Costituzione.

«Ringrazio i lavoratori che hanno il coraggio di continuare a battersi – ha esordito – . Sono stato più volte a portare solidarietà a quelli della Gkn di Firenze che sono riusciti a portare avanti una battaglia forte che in qualche maniera ha fermato i licenziamenti. E sono anche rimasto colpito quando, pensate un po’, ho saputo che l’azienda si trova in via Fratelli Cervi…».

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«In un‘Italia democratica, nata dalla Resistenza, con una grande Costituzione dove il primo articolo recita che è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e ti trovi licenziato con una e mail , già capisci con chi hai a che fare».

«Se abbiamo conquistato diritti lo abbiamo fatto perché c’è gente che ha lottato, che ha dato la vita per uscire dal tunnel non solo del fascismo, ma anche da quello dove ci sono briganti che comandano e che non ti rispettano minimamente».

«Mio padre, capo partigiano e della nostra famiglia, diceva che la lotta non era solo contro il fascismo ma anche contro l’imperialismo, il capitalismo, contro lo sfruttamento bestiale che devono subire i lavoratori».

«Per quanto accaduto qui alla Caterpillar vi dico grazie per avermi invitato, tutta la mia storia è quella di chi continua una battaglia per i diritti dei lavoratori, diritti lasciatici dai nostri padri e che, purtroppo, ce li stanno mangiando uno per uno».

«Non bisogna parlare di eroi, i fratelli Cervi non erano eroi, erano dei combattenti. Quando è stato il momento, anche sapendo che si rischiava molto hanno scelto la strada del combattere contro le ingiustizie. Mi piace la gente che lotta e che si impegna per difendere i propri diritti».

«Dobbiamo pretendere che si rispetti la Costituzione applicandola. Qui ce n’è un esempio: non si danno le fabbriche alle multinazionali che fanno il cazzo che gli pare a loro, dobbiamo gestirlo noi il nostro lavoro. I problemi economici non possono essere sempre pagati dai lavoratori e dalla gente che suda dalla mattina alla sera. La battaglia è per tutti quanti, non ci devono essere disoccupati, nè che le donne abbiano salari inferiori, in questa Italia nata dalla Resistenza, dal sacrificio di mio padre e di tanti altri. Facciamo della Costituzione la nostra arma, quella che ci dà quelle libertà che ci stanno portando via».

«Piena solidarietà a voi lavoratori, per voi sono qua e anche quando non sarò presente il mio cuore sarà con voi sinché non saremo riusciti tutti insieme a vincere questa battaglia».

Pino Nardella

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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