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Cronaca

JESI CATERPILLAR: DOPO LA MANIFESTAZIONE A GINEVRA I LAVORATORI PREOCCUPATI CHIEDONO UN INCONTRO CON IL SINDACO

JESI, 1 dicembre 2016 – Venerdì 18 novembre scorso, a Ginevra, la rappresentanza dei lavoratori metalmeccanici delle fabbriche della Caterpillar Inc. ha manifestato per la preoccupazione che alcuni siti industriali verranno chiusi nel piano di ristrutturazione.

Era presente in Svizzera anche una delegazione dello stabilimento Caterpillar di Jesi che occupa circa 218 lavoratori. A Jesi nel 2016 sono state utilizzate quasi 50 giornate di cassa integrazione ordinaria, mentre per il 2017 sono programmate circa 30 giornate di cassa integrazione e le ferie collettive dal 21 dicembre 2016 al 9 gennaio 2017.

Industria: lo stabilimento jesino della CaterpillarL’azienda aveva previsto un investimento per cilindri di grosse dimensioni che poteva dare ulteriore lavoro a più di 35 lavoratori. Ma il programma non è andato in porto. Caterpillar in Europa è presente in Inghilterra, Francia, Irlanda, Italia, Germania, Polonia, Ungheria, Belgio, Svizzera. A Ginevra ha la sua sede commerciale dove proprio venerdì il 18 novembre scorso tutti i lavoratori delle fabbriche europee hanno manifestato.

Sono stati ricevuti dai dirigenti che hanno assicurato la continuità produttiva. In tre siti industriali dell’azienda americana in Italia (due a Bologna e uno a Jesi), i dipendenti sono preoccupati per il drastico calo della produzione. La fabbrica del Belgio, con più di duemila addetti, forniva lavoro alle fabbriche italiane (per Jesi il 10% della produzione). Ora la Direzione generale della Caterpillar ha annunciato la possibile chiusura della fabbrica belga per un calo sul mercato mondiale relativo ai macchinari del settore terra. L’indotto che l’azienda crea nelle Marche è del 40%: questa riduzione paventata preoccupa quindi non soltanto i lavoratori di Jesi, ma anche quelli delle altre piccole aziende sparse nella Vallesina, nel Pesarese e nel Maceratese.

La crisi ancora è presente in Europa. É una crisi strutturale o di mercato? Questa domanda preoccupa i lavoratori. Se è strutturale, vuol dire che i mezzi di produzione devono evolversi per utilizzare i lavoratori con le migliori capacità produttive: questo può essere positivo perché spinge l’azienda a nuovi investimenti. Mentre se la crisi è di mercato, le multinazionali come la Caterpillar tenderanno a ridurre i siti produttivi o a spostarli dove costa meno la manodopera.

Caterpillar è subentrata alla Sima (proprietaria della fabbrica di via Mazzini) e tra pochi mesi si festeggeranno i 90 anni di questa attività industriale. La professionalità dei lavoratori ha esaudito nel lavoro le aspettative di chi voleva una fabbrica competitiva. I dipendenti, con i sindacati, vorrebbero incontrare il sindaco di Jesi, Massimo Bacci, per esternare le loro preoccupazioni e tenerlo informato della situazione industriale.

(Remo Uncini)

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