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JESI Catturare il mondo con le parole e le immagini

Nella collana di pubblicazioni “Grafie” di “Jesi e la sua Valle” il testo, davvero straordinariamente unico, di Paolo Di Paolo, si accoppia felicemente con la fotografia di Andrea Chemelli

JESI, 14 aprile 2022 – Il successo di “Grafie”, una collana di pubblicazioni rare e preziose, uno scrigno di testi letterari e fotografie oppure grafica di autori diversisovente ma non sempre lontani fra loro, è il metro che la lancetta della cultura non impazzisce più come se ti trovassi di fronte alla stele di Rosetta senza riuscirne a decifrare il significato ma, al contrario, comincia a indicare la strada per la quale parole e immagini portano a un’unica identità


Il merito è da ascrivere alla rivista jesina bisettimanale Jesi e la sua Valle che ha recentemente presentato “Il porto dell’oblio”, cartella bellissima che contiene un’immagine di Andrea Chemelli e un testo che l’accompagna del giornalista Paolo di Paolo.

Moderati dal direttore della Collana “Grafie” , Dino Mogianesi, con una introduzione di Gilberto Marconi – che fa parte sostanziale dell’equipaggio e che riesce, di e da ogni cartella pubblicata, a ricavare spunti di riflessione che toccano le varie fonti che ispirano l’arte, dalla filosofia ai riflessi spirituali individuali – Chemelli e Di Paolo hanno dato vita a un dialogo serrato, che ha preso il via dalle esperienze personali sia nella fotografia commerciale (modello, stilista, fotografo commerciale e pubblicitario e, accanto, una vita più personale, assolutamente artistica) che dagli articoli, inchieste profonde sulla scuola e non solo, libri di successo del giornalista di Repubblica, Paolo Di Paolo.

Fotografare significa scrivere la luce, letteralmente, ma anche raccontare i simboli, gli “sbreghi” della quotidianità, racchiusi in un concetto che esplode in ciascuno di noi a seconda del momento in cui ci mettiamo a interpretare, e unire quei puntini che alla fine si chiamano vita.

Così come mettere parole su carta, scrivere, è la meraviglia dell’unicità del libro: un film, un lavoro teatrale, hanno la mano del regista che dà loro la definitiva interpretazione che verrà messa in scena o presentata al pubblico. Il libro te lo sceneggi come vuoi, a ogni personaggio dai un volto, così come a ogni storia corrisponde forse un deja vu, ma è il tuo.


Il libro è davvero cosa “tua” e, come dice il cantautore Samuele Bersani, te lo puoi portare in ogni parte del mondo tanto quelle storie che non conosci diventano comunque universali.

Un esempio ce lo ha dato il testo, davvero straordinariamente unico, di Di Paolo, che si accoppia felicemente con la fotografia di Chemelli, due non convergenze parallele animate dallo stesso fine: catturare il mondo con le parole e le immagini. 

Giovanni Filosa

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