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JESI Centro autismo “Azzeruolo”: una boccata d’ossigeno

Garantito il proseguimento  dell’attività sino alla fine dell’anno dell’unica realtà a livello regionale

JESI, 19 marzo 2020 – Se il supporto respiratorio è il grido del momento in tutti  gli ospedali, qualche cosa di simile si è verificato a favore dell’Azzeruolo, l’edificio che ospita alcune persone affette da autismo  (solo quattro in questo periodo) e che rappresenta, fino ad oggi, il primo ed unico centro a livello regionale, un centro che nelle ultime settimane aveva dimostrato difficoltà varie per  continuare la sua attività.

La cooperativa Cooss, affidataria del servizio in seguito a regolare gara, aveva dichiarato che, con la conclusione del primo anno di sperimentazione (17 marzo), era nella necessità di interrompere il servizio, soprattutto per esigenze finanziarie.

Ma è arriva la notizia che la Regione ha garantito il proseguimento dell’iniziativa presso la sede di Roncaglia almeno fino alla fine dell’anno. Non si conoscono ancora le condizioni che hanno permesso alla affidataria di fare un passo indietro.

È auspicabile comunque che l’esperimento non deve cadere né oggi né mai.

Perché è tanto importante? Perché con l’autismo ci troviamo di fronte ad un’anomalia della persona rispetto alla quale la scienza ancora ci ha detto troppo poco.

E la didattica e la psicoterapia sono in cerca di orientamenti  che possano ridare alla persona un’autonomia offrendo aiuto per  recuperare  energie intellettuali, volitive, sensoriali e comportamentali.

Ed è vero che il prezzo – anche quello finanziario – sta diventando alto se si tiene presente che tutta l’opera in questo momento si muove solo attorno a quattro ospiti.

Ma è altrettanto vero che forse le famiglie non hanno ancora quella fiducia necessaria perché l’esperimento vada avanti. Altrimenti non si spiega come, rispetto al numero del malati in Jesi e nelle Marche, si sta rispondendo così poco alla possibilità che la Regione offre dopo progetti e iniziative incominciate una ventina di anni fa.

C’è proprio da augurarsi che, al di là del grave momento che il mondo attraversa con la Covid-19, gli otto mesi  a disposizione costituiscano un respiro sufficiente per un approfondito contatto con molte famiglie, con la messa a punto di un piano finanziario regionale strutturale e con la volontà della Cooss o chi per essa di saper riprendere in mano l’opera per arrivare a traguardi attesi dalla società da tanti decenni.

Vittorio Massaccesi

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