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Cronaca

JESI CERIMONIA A MONTECAPPONE PER LA COMMEMORAZIONE DEI “MARTIRI XX GIUGNO”

JESI, 19 giugno 2015 – Nonostante il trascorrere del tempo, la memoria degli jesini mantiene ancora vivo il ricordo di uno dei delitti più efferati compiuti dai nazifascisti nel corso dell’ultimo conflitto mondiale; ricorre, infatti, il 71° anniversario dell’uccisione di 7 giovani a tutti noti come i “Martiri del XX Giugno”. Domani (20 giugno) quella tragica pagina di storia sarà ricordata con una cerimonia ai piedi del monumento realizzato dove le sette vittime furono massacrate: Montecappone. La cerimonia prenderà il via alle ore 19 con la formazione di un corteo al bivio Bellavista di Montecappone; da qui si raggiungerà il cippo dei Martiri dove, alle ore 19,15, si terrà la commemorazione ufficiale con il saluto del Sindaco, Massimo Bacci, e l’intervento di Daniele Fancello, dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi). Per favorire la partecipazione è stato predisposto un servizio di trasporto a mezzo autobus che effettuerà le seguenti fermate: ore 18,15 piazza della Repubblica, 18,30 prossimità dell’Arco Clementino, 18,45 via Roma.
La triste vicenda ebbe inizio nel tardo pomeriggio del 20 giugno 1944 quando una pattuglia mista composta da tedeschi e fascisti sorprese un gruppo di una trentina di giovani; grazie alle armi in loro possesso gli uomini in divisa catturarono il gruppo facendolo incamminare verso la zona di Montecappone. Qui i prigionieri furono rinchiusi nella soffitta della colonia Massacci, perquisiti, minacciati, bastonati e poi rimessi in libertà. Non tutti, però. Nelle loro mani rimasero in sette che una spia (forse una donna di Fabriano) avrebbe indicato come partigiani. Nei loro confronti non furono risparmiate sevizie ed ulteriori torture prima di essere uccisi a colpi di mitraglia. Non solo, tanto è stato l’odio nei confronti dei presunti partigiani che non paghi di aver loro sparato tedeschi e fascisti si sono accanito sui loro corpi colpendoli coi calci dei fucili negli occhi, nelle orecchie e sul petto . Questi i nomi dei sette martiri (leggiamo nel volume Conoscere Jesi di Giuseppe Luconi e Paola Cocola): i fratelli Armando e Luigi Angelini, rispettivamente di 25 e 18 anni, Francesco Cecchi e Alfredo Santinelli, apprendisti diciottenni, e Mario Saveri, meccanico di 23 anni, tutti jesini. Gli altri due erano dua carabinieri ventenni: Enzo Carboni di S. Eufemia di Aspromonte (Reggio Calabria) e Calogero Grasceffo di Agrigento. Tutti questi nomi sono riportati nella lapide eretta a ricordo del tragico evento.
(Sedulio Brazzini)

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