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Cronaca

JESI Chiusura Caterpillar, dalla politica sdegno e solidarietà

Il Partito democratico, Jesi in Comune, Sinistra italiana e la consigliera Silvia Gregori, reazioni a una sola voce

JESI, 11 dicembre 2021 – Tante le reazioni nel mondo politico sulla annunciata chiusura, dello stabilimento Caterpillar di via Roncaglia. Una notizia inaspettata, una doccia fredda, freddissima, per lavoratori e territorio.

La solidarietà e le prese di posizione arrivano da ogni parte politica:.

«Vicinanza ai lavoratori» fa sapere il Partito democratico che si dice disponibile a «sostenere tutte le iniziative che i lavoratori e il sindacato
vorranno intraprendere. Dopo aver preso contatto con le forze sindacali ci siamo da subito attivati per portare la questione all’attenzione dei nostri rappresentanti a partire dai più alti livelli nazionali. Ogni forza politica ed ogni livello amministrativo devono fare fronte comune per evitare la perdita di posti di lavoro e contrastare unitariamente questa politica predatoria che nel momento di minor introiti lascia a piedi i lavoratori e il territorio».

Per il Pd jesino «questa gestione di politica industriale depaupera la nostra comunità, i lavoratori, le professionalità, per scegliere di produrre altrove con maggior profitto. Neanche l’esperienza pandemica è servita ad insegnarci l’importanza di mantenere le produzioni nei nostri territori che siano mascherine o componenti, la nostra economia necessita di una approfondita riflessione all’altezza delle sfide che i nostri tempi ci pongono».

Solidarietà anche da parte di Jesi in Comune: «Si prosegue drammaticamente nella Vallesina con lo scippo del lavoro, lavoro che fu cosa nobile di imprenditori nati e cresciuti qui. La globalizzazione, che fa rima con delocalizzazione, mette al centro senza più indugi il profitto, accanendosi in maniera spietata su lavoratori e lavoratrici, dimenticandosi di chi dalle ceneri della Sima ha rimesso in piedi un’azienda di qualità. La Caterpillar chiude – dicono – perché i cilindri costano meno altrove, ma la qualità, l’esperienza, il valore umano? Sul lastrico da dopodomani 280 lavoratori e lavoratrici, più un indotto che riguarda altrettante famiglie che operano nel settore anche dei trasporti».

«L’amministratore delegato di fronte ai sindacati, non a caso scortato da tre guardie del corpo, si è limitato a comunicare una decisione già presa, non a intavolare un dialogo, ad aprire una discussione a suggerire proposte e/o soluzioni – ricorda Jesi in Comune -. L’abbiamo già detto per la vicenda Elica: serve una legge nazionale contro le delocalizzazioni, servono più diritti per tutti. Tutta la nostra solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici e, per quello che possiamo, ci mettiamo a completa disposizione delle sigle sindacali per organizzare la mobilitazione».

Anche la consigliera Silvia Gregori, Forza Italia, interviene.

«Il mio primo pensiero va alle famiglie che improvvisamente hanno appreso la notizia durante l’orario di lavoro! Una vera voragine per il tessuto economico jesino in primis e per le Marche, il che dimostra di avere bisogno urgente di un piano di risanamento per il lavoro. Auspico che tale situazione salga sugli scranni del Parlamento. Prevedo anche l’abbandono di alcune banche del territorio, perché è facile intuire che la liquidità sarà sempre meno e allora potremo parlare di un vero effetto domino. La persona deve ritornare al centro dell’economia».

Dal territorio si fa sentire anche la voce di Percorso civico di Maiolat Spontinii.

«Si scrive globalizzazione, si legge delocalizzazione, la ricerca del massimo profitto si ripercuote ancora una volta, sulle vite dei lavoratori e delle loro famiglie. Si sente come non più prorogabile, la necessità che la politica nazionale ed europea si attivi per scrivere ed applicare una legge efficace contro le delocalizzazioni, per contribuire a riassegnare la dignità al lavoro e ai lavoratori. La decisione di chiudere lo stabilimento di Jesi avrà un impatto enorme sull’occupazione e sulle comunità locali. Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della Caterpillar di Jesi, confidiamo in un tempestivo e fattivo coinvolgimento della politica locale e regionale al fine di mettere in campo tutti gli interventi necessari per far fronte a questa crisi occupazionale».

Anche Sinistra italiana Marche prende posizione.

«Tutta la nostra solidarietà e vicinanza ai lavoratori ed alle lavoratrici, anche a fronte di un metodo assolutamente irrispettoso dei diritti e della dignità delle persone che per vivere devono lavorare. Nessuna trattativa, nessun preavviso, solo la gelida comunicazione improvvisa di una decisione già presa altrove, ma sulla vita delle persone. Saremo in piazza il 16 dicembre a sostegno dello sciopero generale e siamo al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici della Caterpillar di Jesi, delle organizzazioni sindacali e delle azioni di protesta e di lotta che verranno messe in campo».

Eleonora Dottori

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