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Cronaca

JESI Ciclabili: «La strada è di tutti, non solo delle auto»

L’assessora all’ambiente Cinzia Napolitano ha giustificato caratteristiche e obiettivi delle nuove piste

JESI, 27 giugno 2021 – Interruzioni brusche e vicinanza delle piste ciclabili con parcheggi privati: queste le principali criticità evidenziate dall’interrogazione di Jesi in Comune, nel Consiglio comunale di giovedì scorso, sui nuovi percorsi in via Martin Luther King e lungo l’Asse sud, in zona Gallodoro.

«In passato alcuni tratti di pista si sono dimostrati poco funzionali perché troppo stretti, per l’eccessiva promiscuità con i pedoni, per la presenza di tombini e avvallamenti, per carente manutenzione, perché abitualmente utilizzati in maniera impropria da pedoni o passeggini o per parcheggiare gli automezzi», ha spiegato la consigliera Agnese Santarelli.

Agnese Santarelli

Le piste sono state realizzate soprattutto in corsia riservata, ovvero sulla strada condivisa con le auto, senza elementi divisori, e in brevissimi tratti in sede propria.

«La progettazione delle piste ciclabili è stata affidata a tecnici esperti, gli ingegneri hanno predisposto le piste secondo le regole del Codice della strada – ha risposto l’assessora all’ambiente Cinzia Napolitano –. Le piste sono larghe un metro e mezzo comprese le righe, i tombini sono stati rialzati, l’asfalto rinnovato e realizzate in corsia riservata sempre secondo quello che il Codice della strada stabilisce. Quanto alle interruzioni brusche, verranno segnalate laddove non lo si sia già fatto».

La ciclabile di via Tabano

«Il nostro obiettivo è quello di incrementare il numero di ciclisti urbani che usano la bici per le loro attività quotidiane. Per questo servono corsie riservate alle bici sulle strade che normalmente percorrono in auto, bisogna agevolare i ciclisti e non pretendere che percorrano molti più chilometri su piste in sede propria per spostarsi».

L’assessora Cinzia Napolitano

«Non è stata quindi una scelta per risparmiare, ma per abbandonare gradualmente una visione “auto-centrica”, perché la strada è di tutti e non solo delle automobili. Serve un cambiamento culturale, l’automobile deve imparare a rispettare pedoni e ciclisti», ha concluso l’assessora.

«Siamo d’accordo con il lavoro culturale – ha ribattuto la consigliera Santarelli – ma va fatto garantendo la sicurezza. L’intento è assolutamente condivisibile, la realizzazione meno».

(e.o.)

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