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Cronaca

JESI CINQUE ORE AL PRONTO SOCCORSO, LUCABONI (FI): “DAVVERO FOLLE SOLO A RACCONTARLO”

massi_lucabòJESI, 29 luglio 2015 – Arriva al Pronto Soccorso pochi minuti prima di mezzogiorno di ieri (28 luglio) e se ne va dopo oltre 5 ore, esattamente alle 17,30. Nella tarda mattinata di martedì scorso Massimiliano Lucaboni era rimasto coinvolto (suo malgrado) in un incidente stradale. Quell’auto che alcune settimane prima era stata presa a martellate da uno o più sconosciuti nel cuore della notte, ieri mattina ha subito un tamponamento. Una botta che ha costretto il portavoce di Forza Italia a ricorrere alle cure dei sanitari e per questo, accompagnato da un amico, ha varcato la porta d’ingresso del “Carlo Urbani”. Da quel momento è iniziata l’attesa. “Cinque ore per fare due lastre – racconta Lucaboni – e il colloquio finale non l’ho fatto neppure con un medico ma con una infermiera. Mi spiego: per fare le lastre e poi il colloquio sono occorsi 20 minuti, il resto è stata soltanto attesa. Davvero folle, solo a raccontarlo”. Insomma, suo malgrado, stavolta Lucaboni ha toccato con mano la questione del Pronto Soccorso.
Intanto i sindacati fanno pressing sulla Regione sul tema precari. “Il 31 luglio, nell’Area Vasta 2, scadranno contratti a termine di figure professionali – scrive la Cgil -, che, pur essendo fondamentali per garantire i livelli qualitativi/quantitativi delle prestazioni ed i L.E.A., legati direttamente od indirettamente all’assistenza, sono esclusi o dimenticati rispetto al discorso proroghe di cui al Decreto Balduzzi ed alla stabilizzazione di cui al D.P.C.M. precari. Occorre un urgente intervento, prima del termine del 31 luglio, affinché tali figure vengano anch’esse mantenute tutte in servizio, per non compromettere la sicurezza dei servizi. Ci riferiamo agli infermieri, a tutto il restante personale dei diversi ruoli sanitari e tecnico – sanitari, agli operatori socio – sanitari, agli ausiliari socio – sanitari specializzati, agli assistenti sociali, agli autisti di ambulanza, ed al personale medico. Le Regioni hanno facoltà di intervenire in piena legittimità ed autonomia sulla Sanità, e per la Regione Marche è arrivato il momento di onorare, con coraggio e responsabilità, i tanti sacrifici lacrime e sangue patiti quotidianamente sul campo”.

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