Segui QdM Notizie

Cronaca

JESI Circolo San Francesco, scatta la raccolta firme per “salvarlo”

Dopo la chiusura del “Sanfra” avvenuta come una doccia fredda nell’aprile scorso, ragazze e ragazzi si muovono sulla piattaforma Change.org: quei locali servono alla parrocchia

JESI, 4 agosto 2021Non poteva finire così, con l’annuncio dei locali che servono alla parrocchia e la delusione di tantissimi jesini e jesine che hanno considerato quel luogo una seconda casa.

Parte perciò su Change.org una raccolta firme per il Club San Francesco, il “Sanfra per molti: la parrocchia aveva chiesto la resistuzione dei locali di proprietà dell’ente Provincia Picena San Giacomo della Marca dei Fratelli Minori per svolgere attività pastorali. Tantissime le firme in poche ore.

Frequentatissimo da persone di ogni età e ogni estrazione sociale, la chiusura è stata seguita da numerosi incontri e riunioni: il Club, con la presenza costante per 25 anni dell’associazione con i volti di Valeria e Lamberto, è stato un luogo di condivisione, di socializzazione e di crescita per centinaia di persone di diverse generazioni.

La comunicazione della chiusura «ha prodotto una diffusa reazione di sdegno e sgomento, e il moto spontaneo di alcuni soci particolarmente rappresentativi del passato e del presente dell’associazione, riunitisi per tentare di aprire un dialogo con la parrocchia e di scongiurare la fine di una storia unica».

Agli incontri hanno partecipato anche il parroco Pierpaolo Fabbri, i rappresentanti dei soci, del Consiglio Direttivo, e del Csi.

«E’ emersa la volontà della parrocchia di rimodulare la presenza del circolo nell’ottica di un nuovo progetto associativo», spiegano i giovani dell’associazione.

Il progetto dei religiosi è quello di dare vita a una nuova associazione, verso novembre, che avrebbe come presidente di diritto lo stesso parroco, con membri del Consiglio direttivo due frati e un laico nominati dal parroco.

Vani i tentativi da parte dei giovani del Club di convincere ad aprire i locali già questa estate, con l’associazione già esistente.

«La nostra speranza era che, una volta riaperta l’Associazione, si potessero organizzare iniziative e attività con rinnovata fiducia così da rimodulare anche i perentori e, a nostro avviso, poco democratici termini fissati dal parroco – si legge nella petizione .- Il nuovo progetto manca infatti di democraticità e, di conseguenza, di solidarietà, accoglienza e coinvolgimento, in sostanza di quei caratteri che dovrebbero essere linfa vitale di tutte le associazioni, nella misura in cui la parte gestionale e decisoria della nuova associazione non potrà essere oggetto di esame, discussione ed elezione dell’assemblea dei soci».

«In questa ottica il socio potrebbe solo attivarsi per concretizzare idee del parroco, mai per cambiare le dinamiche gestionali o decisorie. Ma le porte del dialogo sono state via via chiuse in quanto, evidentemente, il nuovo progetto era già stato predisposto e non poteva più essere cambiato, d’altronde il parroco più volte ci ha riferito di aver bisogno di “braccia” più che di “teste pensanti”».

«Quegli stessi locali appartengono anche a tutti quei soci che nel corso di questi anni li hanno considerati una loro seconda casa – proseguono -. Ci rivolgiamo anche all’Ente Provincia Picena San Giacomo della Marca dei Frati Minori e al Comune di Jesi: è corretto che la nostra storica associazione, che ha contribuito da una parte alla formazione e alla crescita di centinaia di ragazzi e, dall’altra, anche alla crescita della parrocchia di San Francesco, venga ora costretta allo scioglimento in favore di una nuova associazione e di un nuovo progetto preconfezionati, senza alcuna possibilità di dialogo e collaborazione con il parroco Pierpaolo Fabbri? A nostro avviso, no».

«Ma è impossibile negare che il solco tracciato dall’Associazione abbia prodotto di gran lunga più esperienze positive che negative e che, pertanto, qualsiasi progetto elaborato dalla parrocchia e dall’Ente Provincia Picena San Giacomo della Marca dei Frati Minori che coinvolga i locali in cui ha avuto sede finora la nostra Associazione non possa non ripartire dalle persone che l’hanno vissuta e frequentata».

Eleonora Dottori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

News