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Cronaca

Jesi “Città da vivere”: i progetti dei locali guardano al futuro

Anche le campionesse Elisa di Francisca e Alessia Polita presenti all’incontro, storie e iniziative per testimoniare la bellezza e l’accoglienza jesine

di Tiziana Fenucci

Jesi, 10 settembre 2022 – Hanno accettato l’invito a Palazzo Bisaccioni, della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi per presentare i risultati e i progetti dell’associazione Jesi città da Vivere, i 17 gestori dei locali dell’enogastronomia jesina che hanno aderito all’iniziativa. 

Un’associazione nata in piena pandemia, a metà del 2020, in un momento di crisi e isolamento che i giovani imprenditori hanno scelto di affrontare mettendosi in rete e realizzando un progetto comune di condivisione per promuovere lo sviluppo della città e l’accoglienza dei cittadini. In che modo?

Proprio lavorando sulla ristorazione e l’intrattenimento e attivando la collaborazione con le istituzioni, gli enti pubblici e privati «nell’ottica di realizzare progetti a sostegno del turismo e dell’ambiente e vivere al meglio la città», come ha sottolineato il presidente Riccardo Staffolani.

Dalla collaborazione con la Premiata Fonderia Creativa, è nato un importante lavoro di studio di identità e marketing per ottenere un’analisi dei locali coinvolti e un’analisi di come i turisti vedono Jesi e le potenzialità culturali e sociali che la cittadina può offrire.

«Da questo lavoro – ha spiegato Graziano Giacani, di Premiata Fonderia Creativa – è emerso come le Marche siano considerate dai turisti un luogo a misura d’uomo in cui potersi riposare e trovare relax. Il territorio diventa la cornice di uno stile di vita a cui il turista vuole connettersi e che vede protagonisti proprio i locali della città, che fanno accoglienza e ristorazione, sono loro i connettori tra cultura, turismo ed enogastronomia». 

L’importanza di far conoscere la jesinità ai turisti e ai clienti è emersa anche dai racconti delle campionesse Alessia Polita ed Elisa di Francisca.

«Nonostante io abbia viaggiato molto, ho avuto sempre il desiderio di tornare a Jesi e oggi ho riscoperto la voglia di andare e fermarmi nei locali del centro storico per mangiare e bere con gli amici», ha detto Alessia.

«La qualità della vita che c’è a Jesi non è paragonabile allo stile di vita delle grandi città – ha ammesso Elisa -. Anche se ormai abito a Roma, appena posso ritorno nella mia Jesi, qui c’è il rapporto umano tra le persone, la qualità delle relazioni, il clima di affetto e condivisione».

Più che positivo il bilancio delle attività svolte da Jesi città da vivere, in questo anno e mezzo, in cui sui è puntato sulla tutela ambientale. Grazie alla collaborazione con il Comune e Ata Rifiuti è stata promossa l’iniziativa dei brick in tetrapack “Jesi scoperta pura“, realizzati in cartone riciclato, con le stampe dei luoghi d’arte della città e la creazione di un QR Code che consente di visualizzare sul telefono un percorso per conoscere le mura di Jesi.

Altra iniziativa per promuovere il riciclo: quella di Bevi a rendere, con la realizzazione del bicchiere “Baciami ma non lasciarmi in giro”, per sostituire nei locali i bicchieri usa e getta con quelli di plastica lavabili.

«I progetti di Jesi da vivere – ha commentato Alessandro Tesei, assessore all’ambiente e al turismo – permettono di coniugare l’attenzione all’ambiente con la promozione turistica del territorio. Lo step successivo del progetto sarà quello di realizzare le borracce in acciaio da distribuire nei locali e negli uffici del turismo per promuovere il riusopermettere a cittadini e turisti di ricaricare la borraccia nei bar e ristoranti del centro. Questo consente di prevenire la proliferazione di rifiuti in plastica e di tornare al consumo dell’acqua del rubinetto. I recenti studi hanno dimostrato che l’Italia è al 5° posto in Europa per la qualità dell’acqua di acquedotto e che le bottigliette in plastica, da mezzo litro, sono rifiuti che, più di altri, vanno a finire nell’indifferenziata».

Come ha evidenziato Matteo Giantomassi di Ata Rifiuti, l‘Italia consuma all’anno 224 litri a testa di acqua minerale in plastica, che si traducono in 8 milioni di tonnellate di plastica che finiscono in mare. 

«La plastica è nata a metà ‘800 – ha spiegato Giantomassi – per salvare gli elefanti. A quel tempo, infatti, il gioco del biliardo era molto diffuso e le palle da biliardo venivano realizzate con l’avorio. A seguito dell’uccisione di una quantità innumerevole di elefanti, un magnate africano propose di studiare un materiale alternativo e fu inventata la celluloide, precursore della plastica. Oggi le cose sono cambiate e per salvare gli animali combattiamo la plastica. E’ evidente che il problema sta nelle modalità in cui l’uomo sfrutta le risorse che ha a disposizione». 

Tra le attività di tutela ambientale, fondamentale anche la collaborazione con Jesi Clean, l’associazione nata da un gruppo di studenti che vogliono sensibilizzare i giovani alla cura dell’ambiente e alla pulizia dei parchi.

«Nell’ambito del progetto stiamo promuovendo varie iniziative – ha detto la neo presidente Gaia Barbarella – come i portacenere da diffondere in tutti i locali del centro, per disincentivare la cattiva abitudine di buttare i mozziconi a terra e promuovere quella di rispettare l’ambiente con piccole accortezze». 

I nomi dei locali aderenti all’associazione Jesi città da vivere: Birreria Sant’Agostino, Caffè Imperiale, Cibariando Pesce e Dintorni, Corso Piccolo Caffè, Hostaria Dietro le Quinte, Jack Rabbit, Gara Caffetteria e Specialità, La Picca Wine Bar, Man Cave Café, Mezzometro pizzeria, Poldo Burgher Bar, Rambaldus Spirit&Kitchen, Rossointenso Food & Wine, Sardina Street Food, Transulvania Vinyl Bar, Vagamondo Gineria, Victorja.

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