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Cronaca

JESI Colonnara, un brand storico a rischio dopo la riorganizzazione

Massimiliano Latini presidente Colonnara

Tutto nasce dall’aver dato vita al consorzio Marchedoc, mai decollato, il presidente Massimiliano Latini: «Di punto in bianco la proposta di collaborazione commerciale con il nostro maggior concorrente»

JESI, 28 novembre 2021Accorato appello, in un incontro avvenuto ieri mattina a Jesi, da parte di Massimiliano Latini, presidente di Colonnara (foto in primo piano), marchio storico dell’enologia marchigiana e sinonimo di spumante e Verdicchio.

«I soci di Colonnara chiedono aiuto alle istituzioni, ai Sindaci del territorio, alla Provincia, alla Regione e alle organizzazioni sindacali – ha spiegato Latini – affinché venga tutelato il patrimonio socioculturale ed economico di Colonnara e non venga disperso».

 Massimiliano Latini  

Un passo indietro: la storica cooperativa di Cupra Montana, nel 2013, con la collaborazione di Confcooperative, ristrutturò il profilo sociale, unendosi a un’altra cooperativa vinicola del Pesarese e dando vita al consorzio Marchedoc: capacità produttiva da una parte e rete commerciale dall’altra.

«A conferma del massimo coinvolgimento di Confcooperative – sottolinea Latini – si decise di individuare come presidente di Marchedoc proprio un funzionario di Confcooperative, Patrizia Marcellini».

«Col passare degli anni – prosegue il presidente Colonnara – ci si è resi conto che la situazione di difficoltà preesistente non accennava a cambiare: nonostante il conferimento delle produzioni pesaresi, la cantina Moriciola/Colli Pesaresi, il fatturato rimaneva identico a quello di prima dell’unione. Chieste delucidazioni alla presidente, legale rappresentante di Marchedoc, per tutta risposta c’è stato l’inserimento all’odg del prossimo Consiglio di amministrazione di domani, lunedì, della proposta di collaborazione commerciale con il nostro maggior concorrente: la stessa grande cooperativa che i soci Colonnara rifiutarono di prendere come partner anni prima».

Le conseguenze di questa manovra, in breve, sarebbero il ridurre Colonnara a un operatore conto terzi e la svalutazione del marchio storico, di fatto non più nel controllo dei soci Colonnara.

Il pericolo maggiore – e lo smacco – è il perdere il marchio Colonnara e i suoi siti produttivi.

«L’errore e l’ingenuità dei soci Colonnara nell’aver creduto ciecamente al progetto Marchedoc non bastano a giustificare la dispersione di quanto in anni di fatica si è riusciti a creare», afferma Latini.

Di fatto, si profila da parte della cooperativa concorrente la possibilità di acquisire il marchio Colonnara e le sue proprietà a costo zero, essendo stati conferiti a suo tempo in Marchedoc.

I soci rimanenti di Colonnara confidano in uno scioglimento bonario del consorzio, l’alternativa, libri contabili alla mano, sarebbe una lunga battaglia legale che, qualunque fosse l’esito, porterebbe comunque alla decadenza del marchio Colonnara, un autentico pezzo di storia delle Marche.

(m.g.)

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