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JESI COME SUPERARE IL DECRETO SICUREZZA SENZA INFRANGERE LA LEGGE

 

La proposta diversa del consigliere comunale Tommaso Cioncolini intervistato dal quotidiano “Avvenire”

JESI, 9 febbraio 2019 – Il Comune di Jesi, insieme ad altri piccoli Comuni italiani, ha fatto ricorso al Testo Unico sull’immigrazione per superare il Decreto Sicurezza.

In occasione del Consiglio comunale di gennaio, maggioranza e opposizione si erano confrontati proprio sul provvedimento (leggi gli articoli qui e qui) con due ordini del giorno, quello di Jesi in Comune e un altro del Pd, respinti, per arrivare a votare e approvare una risoluzione della maggioranza. A preoccupare è in particolare l’impossibilità di iscrivere all’anagrafe i richiedenti asilo muniti di permesso di soggiorno, il che comporta la perdita di alcuni diritti importanti come l’accesso all’assistenza sanitaria ordinaria e la ricerca di un lavoro.

Tommaso Cioncolini

A lavorare ad una proposta diversa rispetto alle iniziative prese da diversi Sindaci (come Orlando) e dai Presidenti di alcune Regioni, come la Marche, è stato il consigliere Tommaso Cioncolini che in un’intervista ad Avvenire spiega che il Testo unico sull’immigrazione non viene stravolto dal decreto Sicurezza in quanto non vieta l’iscrizione, ma non riconosce il permesso di soggiorno come titolo valido per la registrazione. Insomma, dopo tre mesi di dimora abituale, il Comune è obbligato a riconoscere l’iscrizione.

Il migrante, quindi, nei primi tre mesi in Italia, è tutelato dal sistema di accoglienza dei Comuni e poi può essere iscritto nell’anagrafe temporanea, potendo così usufruire dei relativi diritti, sulla base del Testo unico sull’immigrazione.

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